Salvare Parco Stazione, divide la soluzione Benko

Nel sondaggio online, ricette diverse per togliere dal degrado l’area verde In atto controlli di unità specializzate della polizia in arrivo da Milano e Padova


di Alan Conti


BOLZANO. “La nostra gioventù perduta tratta le pianticine appena interrate in maniera barbara e un ragazzo è stato addirittura sorpreso a portarne via una”. Vien quasi la malinconia a leggere quello che scriveva il giornale Bozner Zeitung il 4 giugno 1867, ad appena otto anni dalla fondazione di quel Bismarkpark che oggi è il Parco Stazione. Nella cronaca contemporanea, infatti, c’è da augurarsi che le piantine non si sporchino di sangue dopo il succedersi di risse, aggressioni e bottigliate. Un filotto che ha riportato la questione del Parco Stazione al centro della discussione, soprattutto alla luce dell’imminente progetto firmato Signa per un centro commerciale che dovrebbe cambiare il volto di questo lembo di città. Il sondaggio lanciato sul sito dell’Alto Adige per un futuro più sereno del parco traccia una linea piuttosto chiara: i bolzanini si spaccano in due. Dei quasi mille voti registrati alle 22 di ieri sera, infatti, il 41% crede che la soluzione al problema sicurezza siano le infrastrutture previste dal progetto Benko, mentre il 42% chiede più illuminazione e l’installazione di telecamere di videosorveglianza con un chiaro no alla speculazione edilizia. Il 17%, infine, è per un presidio permanente di polizia nel parco e la chiusura notturna di tutta l’area verde.

La sicurezza, insomma, sembra quasi trasformarsi in un referendum sullo stesso progetto Benko. «Secondo i nostri sondaggi - puntualizza il responsabile Signa Heinz Peter Hager - ben l’80% degli altoateisni ritiene i nostri interventi fondamentali per risolvere il problema della delinquenza in quella zona». Pronta la replica del grillino Claudio Vedovelli che sta conducendo una battaglia aperta contro la cementificazione dell’area. «Il fatto che la zona sia ridotta così è solo la dimostrazione dell’incapacità di questa amministrazione di renderlo fruibile per i cittadini». Il sindaco Luigi Spagnolli, dal canto suo, frena e parla di prevenzione. «Ci sono già dei precisi progetti in atto per fare in modo che certi episodi non accadano. Purtroppo si parla di questo solo quando succedono fatti di cronaca rilevanti, ma il lavoro è costante».

Più tecnico lo sguardo dell’architetto Luigi Scolari che sul suo blog Quasi Centrum parla di «una trasformazione in area edificabile insensibile alla struttura ottocentesca della città».

La polizia, intanto, sta procedendo all’identificazione dell’aggressore che ha preso a pugni e bottigliate in faccia un ragazzo venerdì scorso. Si tratterebbe di un cittadino di origine rumena già noto alle forze dell’ordine. I controlli sulla zona, comunque, sono massicci con un progetto a cadenza regolare che vede l’utilizzo, da parte della questura di Bolzano, del reparto prevenzione crimine di Milano altamente specializzato nel presidio di situazioni simili. Si tratta, di fatto, di un rinforzo delle squadre volanti con pattuglie che girano in squadre di tre elementi anzichè due preparati a gestire determinate aree di disagio. Oltre a loro sono arrivate a Bolzano anche le unità cinofile della questura di Padova che hanno anche permesso di rinvenire 19 grammi di marijuana nascosti nei cespugli dei Prati del Talvera.

In ogni caso sabato e domenica è stata portata a termine un’operazione speciale di presidio che ha portato all’identificazione di 169 persone con il controllo di 10 bar e una sala scommesse. Dei controllati 122 erano di cittadinanza straniera e 79 con precedenti a carico.

Tra queste sono state denunciate sette persone: due per violazione dell’ordine del questore Lucio Carluccio di abbandonare il territorio nazionale, due per inottemperanza al foglio di via obbligatorio, due per acquisto di cose di sospetta provenienza ed un’altra per spaccio di sostanze stupefacenti.

«Quella zona è costantemente sotto la nostra attenzione per la sua natura» la chiusura di Carluccio. E le piantine, purtroppo, sono l’ultimo dei problemi.

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