«Salvare vite umane non è mai reato»

Chiesta l’archiviazione dell’inchiesta sui volontari delle ambulanze accusati di esercizio abusivo della professione medica


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La Procura della Repubblica non ha individuato nessuna concreta ipotesi di reato nella gestione da parte del 118 altoatesino delle ambulanze di Croce Bianca e Croce Rossa. Il sostituto procuratore Luisa Mosna ha chiuso l’indagine durata un anno e mezzo e ha depositato richiesta di archiviazione che ora dovrà essere valutata dal giudice Walter Pelinio. Come si ricorderà l’inchiesta era stata avviata a seguito di un esposto per presunto esercizio abusivo della professione medica presentato dal collegio infermieri Ipasvi. Cosa era stato segnalato alla magistratura? Semplicemente che sulle ambulanze in servizio su tutto il territorio provinciale venivano utilizzati migliaia di volontari privi di una specifica preparazione professionale a cui venivano affidati anche compiti delicati. In sostanza il collegio infermieri segnalava che in realtà il 118 altoatesino avrebbe dovuto affidare determinati compiti (come la preparazione di un determinato farmaco salvavita, la somministrazione dello stesso, la gestione di emergenze) a personale qualificato e non a volontari. Di qui, come già accennato, la contestazione del presunto esercizio abusivo della professione medica. Nella richiesta di archiviazione, il pubblico ministero Luisa Mosna si richiama anche alle norme extrapenali che integrano la disciplina riguardanti l’attività sanitaria. Si tratta di norme amministrative che riguardano attività specifiche che solo un medico è abilitato a svolgere. L’inchiesta ha evidenziato l’elemento oggettivo del reato (l’esercizio abusivo) in quanto spetta solo alla professione medica un certo tipo di interventi come iniezioni o flebo. Nella richiesta di archiviazione il Pm Mosna rileva che i volontari hanno sempre agito in buona fede, dunque non sarebbero stati in grado di rendersi conto che stavano commettendo un reato. Questo anche perchè - si legge nella richiesta di archiviazione - il divieto di operare senza specifica abilitazione si evince non direttamente dalla norma penale ma dalla interpretazione di una serie di norme extrapenali. Siccome l’amministrazioneaveva tollerato questa situazione, nel comportamento dei volontari non si individua assolutamente il dolo, dunque la volontà di infrangere le norme. C’è poi da rilevare che intervenire e salvare vite umane in caso di emergenza (anche in assenza di preparazione specifica) non può mai avere risvolti penali in quanto azione dettata dallo stato di necessità.

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