«Salvini dai “Passerotti”? Tutti lo hanno adorato» 

Il capolista della Lega: su toponomastica e doppio passaporto no ai colpi di mano «L’accordo con la Svp? Siamo appetibili perché al governo, ma non ad ogni costo»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. I suoi avversari dicono «va in giro come se fosse già vice presidente della Provincia». Potrebbe accadere, a patto che si avverino due condizioni: Massimo Bessone deve essere eletto in consiglio provinciale, la Svp deve fare l’accordo di giunta (anche) con la Lega. Comunque questa è la partita che Bessone e gli altri candidati favoriti della Lega stanno giocando, grazie alla volata di Salvini, oggi di nuovo a Bolzano. Vice presidente del consiglio comunale di Bressanone, commissario provinciale della Lega, Bessone è il capolista.

Lei non ha voluto l’alleanza con Forza Italia e Fratelli d’Italia, che ora accusano la Lega di essere pronta a vendersi l’anima e anche il gruppo italiano per un posto in giunta.

«Questo è quanto dice Urzì, che è invidioso. Salvini ha dato il via libera a questa scelta, che era appoggiata da tutta la Lega altoatesina. Per la Svp noi siamo appetibili, perché partito di governo, ma non c’è alcun accordo fatto. Dobbiamo vedere quanti eletti avremo noi e loro. Non mi interessa andare dalla Svp con il cappello in mano, non ci svenderemo. Non dobbiamo andare in maggioranza a tutti i costi».

Sicuro? Sembra poco credibile. E soprattutto alla fine decideranno i vostri vertici nazionali, meno coinvolti e probabilmente meno interessati ai temi del gruppo italiano.

«Dicevano anche che non avevo potere decisionale e che alla fine Milano mi avrebbe imposto di fare l’alleanza con il centrodestra... Domenica ho chiesto io stesso a Matteo Salvini di darmi una mano dopo le elezioni, quando inizieranno le trattative. Sarà la prima volta per me, non voglio commettere errori».

Doppio passaporto, toponomastica, scuola plurilingue: qual è la linea della Lega?

«Sono contrario a tutto ciò che rappresenterebbe una deviazione dalla autonomia e che produrrebbe cittadini di serie “A” e “B”. Sono contrario al doppio passaporto, e lo ha detto anche Salvini. Trovo sconfortante parlare di toponomastica e che qualcuno abbia speso dei soldi per togliere cartelli bilingui, sostituendoli con monolingui. Tra un po’ ci faranno mettere le insegne in arabo, o in inglese, allora viva il bilinguismo e trilinguismo nelle valli ladine. Lo stesso vale per la scuola: il modello giusto è quello ladino. Conosco il tedesco, ma non bene come dovrei. Sono cresciuto a Vipiteno, tra i figli dei ferrovieri, in cortile si parlava solo italiano e la scuola non ci ha fatto fare il salto».

Volete andare al governo provinciale per fare cosa?

«La sicurezza è una delle priorità: ci sono competenze provinciali e statali, bisogna cambiare registro. A Bolzano una donna non può avere paura di uscire la sera. E poi c’è il tema immigrazione: si accoglie chi ha diritto di essere accolto, e basta. Stop agli affari di chi gestisce i traffici di migranti e di chi campa sulla loro permanenza qui, magari in mano alla criminalità».

Gli sbarchi sono diminuiti in un anno dell’80%, ma i vostri toni non calano. Questa escalation finirà?

«Condivido al cento per cento quanto dice Salvini. Secondo me è più moderato di Bossi, lui sì che aveva un modo di fare...».

La Svp è infuriata per la vostra tappa con Salvini dai Kastelruther Spatzen.

«È stato un pomeriggio piacevole. Ho apprezzato che degli italiani potessero divertirsi nel mondo tedesco senza problemi di lingua e appartenenza: così dovrebbe essere ogni giorno. Sudtirolesi e germanici hanno adorato Matteo: quando è uscito c’era l’intero tendone che cantava “Ciao amore ciao”».

Nella Lega corre il veleno.

«La rivalità tra candidati ci sta. Senza colpi bassi».

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