Salvini: «Pronto a parlare con la Svp» 

Il leader della Lega: «Dialogo necessario nei prossimi giorni. Siamo autonomisti nel dna, le “speciali” non vanno toccate»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Accolto da contestazioni, Matteo Salvini è tornato ieri in regione. Il segretario della Lega ha parlato a Trento. Sull’onda del successo alle elezioni politiche, lancia la sfida per le provinciali: «Vinceremo». Non c’è stato tempo ieri per un incontro anche a Bolzano, ma è in agenda. Alle elezioni politiche la Lega in Alto Adige è stata protagonista di un boom, passando dai 2.837 voti del 2013 ai 23.017 del 4 marzo.

Abbiamo raggiunto Salvini al telefono durante il viaggio verso Trento.

Dopo il crollo dei partiti autonomisti trentini lei punta alla vittoria alle provinciali. E in Alto Adige? Con un partito ingombrante come la Svp è difficile farsi strada.

«Per la prima volta la Lega ha preso voti in ogni comune altoatesino. Niente male, direi, ma ci sta tutto. Il tema dell’autonomia è in testa al nostro programma, a differenza della sinistra. Su autonomia, economia e sicurezza si può fare un bel discorso, in vista delle provinciali. La nostra linea è inequivocabile. Non si tocca l’autonomia di chi già ce l’ha. Si garantisce più autonomia ad altre regioni, come Lombardia e Veneto: le basi sono state gettate, vogliamo andare avanti».

Lei ha iniziato i colloqui con i partiti in vista dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato, prevista per il 23 marzo. Ha già contattato anche la Svp?

«Ho iniziato con i rappresentanti dei gruppi principali, M5S, Pd e Liberi e Uguali. Sicuramente nei prossimi giorni chiamerò i rappresentanti dei partiti autonomisti. Questa è la fase in cui si discute dei ruoli istituzionali, i due presidenti. Quando poi il capo dello Stato Mattarella mi affiderà l’incarico per provare a costruire il governo, di nuovo sarà inevitabile parlare con le forze autonomiste. In Sardegna abbiamo fatto l’accordo con il Partito sardo d’azione. Figuriamoci se non parlo con la Svp».

La Svp ha sempre detto «con la Lega di Salvini non possiamo parlare, non è la Lega di Maroni». Insuperabili, dicono, le differenze su temi come l’Europa e l’immigrazione.

«Se uno vuole dire di no a tutti, libero di farlo. Il voto del 4 marzo ha detto cose diverse. Mi dispiace per gli elettori della vostra provincia, che hanno dovuto farsi carico della Boschi. Una brava ragazza di Arezzo, ma cosa c’entra con l’Alto Adige? Per me l’autonomia non significa catapultare un candidato dalla Toscana a Bolzano per ottenere i voti della Svp. Non avrei mai commesso un errore così grave».

In Parlamento la tradizionale pattuglia dei partiti autonomisti si è dimezzata, a causa del voto in Trentino. Lei sta dicendo “tranquilli, ci pensiamo noi”?

«L’ho detto, le “speciali” non si toccano. Quanto alle elezioni, se segui il più forte del momento, ti devi aspettare anche qualche sorpresa sgradita. Vedremo se per la Svp resteremo brutti, sporchi e cattivi o se cambierà idea».

Ieri Salvini è stato a Modena, poi a Verona e Trento. Il segretario della Lega ha ringraziato il suo elettorato e chiarito che della sua formazione politica non si deve avere timore: «Nessuno deve avere paura del cambiamento, della Lega al governo. Noi siamo la soluzione ai guai creati da altri. Quindi, ha argomentato, «essere a Modena, poi a Verona e poi a Trento non è avere tempo da perdere: vuol dire rispettare il voto degli elettori. Per noi il voto è solo l'inizio di un percorso». Così Salvini sul fronte della formazione di un esecutivo: «È mio dovere sentire tutti, poi faremo tutto quello che è possibile perché venga rispettato il voto dei cittadini».

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