Sanità, l’atto d’accusa degli infermieri 

Documento dell’Ordine: finora le scelte Asl hanno tamponato le falle ma non c’è progettualità. Vogliamo evitare l’implosione


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Nei prossimi cinque anni - e sono numeri Asl - andranno in pensione 400 infermieri mentre già adesso sono scoperti dai 60 agli 80 posti. Più che evidente che qualcosa non abbia funzionato nella pianificazione. L’Ordine professionale degli infermieri (Opi) - presidente Paola Cappelletti - stila un elenco delle emergenze: «Fino ad ora le scelte messe in campo dall’Asl hanno tamponato le falle ma non si è vista progettualità a lungo termine. E noi, per evitare l’implosione della sanità altoatesina, poniamo i problemi e ci auguriamo una fattiva e proficua collaborazione con il neo direttore generale dell’Asl Florian Zerzer col quale siamo pronti a collaborare». «I numeri - precisano - evidenziano una carenza di infermieri esponenziale. Dati preoccupanti che conosciamo bene visto che da anni sollecitiamo interventi concreti e mirati per risolvere il problema. Ma siamo convinti che il riconoscimento di una professione passi anche attraverso un riconoscimento economico anche se ci sembra alquanto riduttivo e semplicistico spiegare che i colleghi vanno altrove perchè guadagnano di più». Per l’Ordine meritano maggiore approfondimento una serie di aspetti della professione che spesso l’Alto Adige ignora». Andiamo a vederli inseme.

Il carico di lavoro cresce, personale demotivato.

Negli ultimi anni, il carico di lavoro per gli infermieri è aumentato, di molto. «Avere perennemente i reparti con personale sovraccarico e demotivato non incentiva i giovani ad intraprendere la nostra professione e ai neo laureati di restare in provincia».

Manca la progressione

professionale.

«Allo stato attuale - dice l’Ordine - nemmeno i colleghi che hanno proseguito gli studi con master di primo e secondo livello, laurea magistrale fino al dottorato di ricerca, si vedono riconosciute competenze proprie della specializzazione acquisita».

Malattie croniche in aumento e manca il Territorio. «Le patologie croniche sono in continuo aumento - spiega l’Ordine. E senza una vera e propria riorganizzazione dell’assistenza anche attraverso l’implementazione concreta dell’infermiere di famiglia e/o di comunità e senza il potenziamento del personale infermieristico nei distretti, risulterà impossibile sostenere la spesa sanitaria in quanto solo una vera e propria presa in carico del paziente cronico a domicilio potrà ridurre in maniera incisiva il carico alle strutture ospedaliere che ricordiamo essere per malati acuti».

Servono più infermieri nelle case di riposo. Ad oggi - dice l’Ordine - la presenza degli infermieri nelle case di riposo è marginale con conseguente ridotta presa in carico dell’utente e piani assistenziali non sempre efficaci che provocano un aumento degli accessi in ospedale perchè si acutizzano problematiche croniche altrimenti facilmente gestibili all’interno delle residenze».

Servono più infermieri sui mezzi di soccorso. Occorre aumentare la presenza di infermieri sui mezzi di soccorso sia perchè lo dice la normativa italiana sia perchè così facendo si garantisce al cittadino in fase acuta un’assistenza attuata da un professionista adeguatamente formato».

L’incubo della proporzionale. Per l’Ordine è un punto dolente. «Gli infermieri che arrivano da altre regioni italiane che si impegnano ad imparare il tedesco nei tre anni previsti dal contratto di lavoro, rischiano di veder annullata la promessa di assunzione perché in Alto Adige si deve comunque rispettare la proporzionale. Questione che scavalca la meritocrazia ponendo molti problemi a nuove assunzioni».















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