Il caso

Sanitari no vax, in Alto Adige pronte altre 80 sospensioni

Le nuove lettere vanno ad aggiungersi alle 161 arrivate nei giorni scorsi. Ancora senza vaccino 8.224 docenti su 21.346: penultimi in Italia dopo la Sicilia



BOLZANO. Vaccinazioni, siamo in ritardo su tutti i fronti, anche con il personale scolastico. Roma ci bacchetta: Alto Adige penultimo della classifica. Peggio di noi solo la Sicilia. Il 40% (per l’esattezza il 38.53%) del personale altoatesino che lavora in scuole, asili e università non risulta vaccinato: su un totale di 21.346 dipendenti, i non vaccinati sono 8.224.

Per quanto riguarda invece il personale sanitario non vaccinato sono pronte a partire altre 80 lettere di sospensione che vanno ad aggiungersi alle 161 recapitate nei giorni scorsi. Per la prima volta indirizzate, tra gli altri, anche a farmacisti, operatori delle case di riposo ed ambulatori privati. Ricordiamo che l’Alto Adige all’inizio contava 4.000 operatori non vaccinati su 22 mila poi la situazione è migliorata.

Da aprile ad oggi circa 1.600 persone hanno deciso di immunizzarsi, ma ne rimangono 2.400 da convincere o in alternativa da sospendere. Più di un terzo - come abbiamo più volte ripetuto - dipendenti Asl.

Gli altri sono 346 operatori che lavorano nelle case di riposo, 132 addetti delle Comunità comprensoriali più altri 1.094 “privati”. Tutti i lavoratori del comparto sanitario sono dunque chiamati a fare il vaccino. Compresi i liberi professionisti che lavorano negli ambulatori privati. Anche loro se non sceglieranno l’immunizzazione saranno sospesi dal servizio. 

SCUOLA

A due mesi dall'inizio della scuola e nonostante le rassicurazioni del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che continua a ripetere che a settembre si ripartirà in presenza, è già chiaro che se si vuole evitare il ricorso alla didattica a distanza per il terzo anno scolastico consecutivo bisogna completare da un lato le vaccinazioni del personale scolastico e dall'altro immunizzare il maggior numero di ragazzi tra i 12 e i 19 anni: la rapidità con cui la variante Delta si sta diffondendo è segnale inequivocabile di quel che potrebbe accadere nei prossimi mesi.

Che si sia "indietro" lo ammette anche il Commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo. In base all'ultimo report del Governo, sono 1.063.903 i professori e il personale scolastico vaccinato, ma ancora 216.221 che non hanno fatto la prima dose. In questa fascia due settimane fa ce ne erano 235.899 e 7 giorni fa 227.537: in 15 giorni sono stati raggiunti meno di 20 mila prof, un numero irrisorio.

Se poi si guardano i dati delle singole regioni, la provincia di Bolzano insieme ad altre 5 regioni ha una percentuale di docenti senza alcuna copertura sopra il 25%, dunque uno su 4: messa peggio di tutti è la Sicilia, dove la percentuale è al 43,58%, seguita da Alto Adige (38,53%), Sardegna (33,30%), Calabria (32,85%), Liguria (26,93%) e l'Umbria (25,27%). Indietro anche la provincia di Trento e il Piemonte, che devono fare la prima dose rispettivamente al 23,53% e al 23,06%.

E siamo in ritardo anche con le vaccinazioni dei giovani. Il gruppo che ha tra i 16 ed i 19 anni (in tutto 23.242 persone) - secondo l’ultimo report Asl - vede 6.928 ragazzi con prima dose e 970 con la seconda. Se prendiamo la fascia d’età tra 12-15 anni (23.121 persone) risultano immunizzati - sempre secondo il report Asl di venerdì scorso - con prima dose 1.190 ragazzi e solo 2 con la seconda.

 













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