Sasa ai bolzanini: «Pronti ai correttivi» 

Pagani e Piffer: «Vaglieremo ogni protesta ma i cittadini devono capire che non possono avere, tutti, l’autobus sotto casa»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Una notizia buona e una cattiva. «Siamo pronti ai correttivi, ma i bolzanini devono anche capire che non possono pretendere di avere - tutti - l’autobus sottocasa».

E come la mettiamo con la fermata soppressa di Sant’Antonio che costringe i malcapitati a improbabili scarpinate?

«Se il Comune ci aiuta, insieme la possiamo mantenere!».

Stefano Pagani e Petra Piffer - presidente e direttore generale di Sasa - ribattono così alle proteste dei cittadini che stanno dimostrando (più che numerosi) di non gradire la rivoluzione dei bus partita sotto la copiosa nevicata di lunedì 11 dicembre. A centinaia contestano le fermate soppresse (tra le altre quella di Sant’Antonio e viale Principe Eugenio), le lunghe camminate a cui adesso si trovano costretti e gli inspiegabili e continui ritardi dei mezzi. Cerchiamo di capire, insieme ai vertici Sasa, cosa sta succedendo.

Innanzitutto vorremmo capire dove arrivano le proteste.

«Sia in Provincia, che cura tutta la mobilità, che a noi di Sasa. Sia sulla mail della società che su quella dedicata ai reclami». E voi cosa rispondete? «Che il disorientamento degli utenti è lecito ma non c’è stata da parte nostra nessuna improvvisazione. Non ci siamo svegliati ieri mattina per inventarci la rivoluzione dei bus. I tecnici hanno lavorato al nuovo piano un anno e mezzo, sempre insieme agli esperti della Provincia e del Comune. Con questi correttivi intendiamo dare ai bolzanini un servizio migliore - migliorarne la qualità - offrendo soprattutto più chilometri di percorso usando sempre gli stessi 90 mezzi». Al momento però piovono contestazioni, perchè accade? «Perchè le novità spaventano e ci si deve abituare. Ci viene in mente la linea 18 che serve il “Noi” - il Parco Tecnologico - a Bolzano sud. All’inizio abbiamo avuto solo contestazioni, adesso funziona a pennello. Con questo non vogliamo dire che saremo sordi alle sollecitazioni che verranno esaminate e vagliate con estrema attenzione. Le soluzioni non saranno immediate, ma ci saranno». Qual è la sintesi estrema della vostra rivoluzione, l’inizio e la fine di gioie e dolori? «Molto probabilmente la nuova linea 15 “Circolare centro” che offre un servizio da lunedì a sabato con frequenza delle corse ogni 20 minuti. L’introduzione di questo nuovo bus (che passa anche davanti alla clinica Santa Maria che l’ha pubblicato con orgoglio su Facebook) ha provocato ricadute e modifiche a cascata sulla linea 12 che a sua volta ha modificato il percorso della linea 1». Ritocchi molto poco graditi. «Diamo tempo al tempo. Aspettiamo che i cittadini si abituino ai nuovi percorsi e poi vedremo. Certo se effettivamente le cose non funzioneranno ancora, allora sì che dovremo intervenire».

Come la mettiamo per esempio con la fermata di Sant’Antonio che sta provocando forti malumori?

«Lì il bus deve potersi girare. Se il Comune trova una qualsiasi soluzione che permetta al mezzo di girarsi sul posto... per noi non c’è problema. Non crediamo si tratti di tempi immediati visto che si deve intervenire sulla carreggiata».

E la fermata soppressa di viale Principe Eugenio?

«Basta che i cittadini facciano poche centinaia di metri e trovano un’altra linea. Chiediamo piccoli sforzi - ed una modifica, non lo stravolgimento di abitudini - per riuscire ad offrire alla città un servizio migliore. Non si può sempre e solo protestare, il cittadino si deve anche sforzare e deve capire che le variazioni puntano a migliorare la vita di tutti».

Si però al momento i più scarpinano. Resta anche da capire se dicembre - tra neve, traffico e Mercatino di Natale - sia stato il periodo migliore per partire con le novità.

«Effettivamente i problemi ci sono stati e ci sono... ma l’intero sistema di mobilità provinciale cambia a dicembre e noi - concludono ci siamo giustamente adeguati».













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