Sasa difende i bus a idrogeno: «Costosi ma innovativi»

Critiche da destra a sinistra: i nuovi mezzi ad idrogeno costano un milione l’uno. Saranno in circolazione da oggi»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Alla vigilia dell’entrata in circolazione dei nuovissimi bus ad idrogeno le critiche, da sinistra a destra, si sprecano. Claudio Della Ratta, consigliere comunale del Psi, parla di spreco inaccettabile; Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore, di inutile sperpero di denaro pubblico. Da domani sulle linee 10A e 10 B, che servono la zona dell’ospedale, circoleranno gli autobus ad emissioni zero. Un sogno dal punto di vista ecologico, il problema sono i costi: per ogni “gioiellino” si è speso un milione di euro. Che moltiplicato per cinque fanno cinque milioni, cui si devono aggiungere i soldi del progetto: in tutto sono 13 milioni e mezzo, coperti in parte dalla Provincia (9 milioni) e in parte dell’Unione europea (4,5). Difende il progetto il presidente di Sasa Stefano Pagani.

Scusi presidente, un autobus normale quanto costa?

«Circa 250-300 mila euro».

Quindi le critiche sui costi sono fondate.

«Non direi proprio. Questo è un progetto europeo molto innovativo al quale partecipano Provincia e Comune. Assieme a Bolzano la sperimentazione verrà fatta anche a Londra, Milano, Oslo e Aarau in Svizzera».

Complessivamente quanto costa?

«Un’ottantina di milioni».

Tanti però.

«Allora bisogna capirsi: non si dice che per uscire dalla crisi bisogna puntare sull’innovazione? Bene, questo è un progetto innovativo sul quale vale la pena di investire».

Sasa quanto investe?

«Neanche un euro».

E per quanto riguarda Sasa in cosa consisterebbe il valore aggiunto?

«Abbiamo formato 72 autisti e 12 tecnici che hanno ora una formazione specifica per guidare un autobus ad idrogeno».

Da più parti si dice però che con quello che si sono acquistati cinque autobus ad idrogeno si poteva rifare il parco macchine di Sasa.

«È il solito discorso, qualsiasi cosa si faccia, c’è sempre qualcuno che critica. E allora si contesta il nuovo polo bibliotecario o il polo tecnologico, tanto per fare un esempio, perché costano troppo, non servono e i soldi si potrebbero spendere per fare qualcos’altro».

Tra le critiche c’è anche quella relativa al fatto che i mezzi sono così silenziosi da essere pericolosi, perché uno non si accorgerebbe neppure di averli alle spalle.

«In genere i cittadini si lamentano per il rumore degli autobus, adesso invece c’è chi si lamenta perché sono troppo silenziosi. Sinceramente, mi sembrano polemiche assurde».

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