scambi tra istituti

BOLZANO. Dalla società italiana ma anche tedesca arriva sempre più forte la richiesta di una scuola bilingue, ancora meglio se plurilingue: studenti, famiglie, insegnanti in linea di massima sono...


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Dalla società italiana ma anche tedesca arriva sempre più forte la richiesta di una scuola bilingue, ancora meglio se plurilingue: studenti, famiglie, insegnanti in linea di massima sono pronti, a livello politico però - nonostante importanti aperture - la strada è ancora lunga. In attesa dunque che un giorno - difficile prevedere quando - in Alto Adige, terra plurilingue, possa esserci anche una scuola davvero plurilingue, i docenti da anni ormai si organizzano con una serie di iniziative che vanno dal potenziamento delle ore di seconda lingua agli scambi dei professori, alla creazione di gruppi scolastici misti. Ieri alla Lub, nell’ambito del convegno dal titolo “Docenti in Austausch- esperienze e riflessioni”, organizzato dal Dipartimento istruzione e formazione italiana, si sono confrontate le esperienze di dodici scuole, cinque di lingua italiana e sette di lingua tedesca.

Tra le prime scuole a partire, già negli anni Novanta con le sperimentazioni di cui non si poteva neppure parlare per non correre il rischio che venissero bloccate, è stato l’Istituto comprensivo Bolzano V, che raggruppa gli alunni delle elementari Longon e quelli delle medie Archimede, in tutto 1010 studenti. La preside Marina Degasperi, nel convegno di ieri, ha parlato del lavoro fatto in particolare alle medie (oggi secondaria di primo grado) dove, oltre al potenziamento del tedesco offerto ormai da anni attraverso la geografia fatta nell’altra lingua, in alcune sezioni si è introdotta anche la matematica con insegnanti di madrelingua che arrivano rispettivamente dalla scuola di San Genesio e delle Aufschnaiter. «I risultati - assicura la preside - sono più che buoni. Tanto che gli iscritti, in pochi anni, sono duplicati: alle medie le sezioni sono passate da 4 a 7».

Dati in controtendenza rispetto a quelli registrati alle scuole materne, dove molte famiglie italiane preferiscono iscrivere i figli alle scuole tedesche, tanto che per il prossimo anno scolastico all’Airone e alla Fiaba ci saranno due sezioni in meno.

All’Istituto tecnico economico Battisti (470 studenti) la sperimentazione ha riguardato sette classi, per un totale di 120 studenti, di 4ª e 5ª, ed è stata attuata attraverso lo scambio di docenti. «Dieci della nostra scuola - spiega il preside Bruno Franceschini - sono andati alle Kunter e viceversa. Il progetto è durato tre mesi da novembre a gennaio per un totale di 60 ore in cui materie come matematica, informativa, storia sono state insegnate nell’altra lingua. Al di là dei benefici a livello linguistico, di positivo c’è che gli insegnanti si mettono in gioco e i ragazzi fanno esperienze nuove, si confrontano con diversi metodi d’insegnamento».

A Merano nel 2010 è nata la rete di istituti italiani e tedeschi che promuove una serie di progetti che vanno dai gemellaggi alle iniziative comuni: «La più significativa - dice il preside Riccardo Aliprandini - riguarda lo scambio di docenti nelle classi del biennio. Interessante è anche il “rimescolamento” che si vede nelle classi di quarta, dove ci sono studenti che fanno l’anno all’estero oppure nella scuola tedesca: sono esperienze che vanno molto al di là della conoscenza della lingua. Forse la politica, ma anche scuola e società non sono ancora pronte a partire con una scuola plurilingue, però si potrebbe iniziare con un sperimentazione: noi avremmo le caratteristiche per farlo».

Nell’ambito dell’Istituto di istruzione secondaria di secondo grado di Bressanone - 200 studenti - all’Ite diritto ed economia si fanno anche in tedesco con professori che vengono dal Realgymnasium; mentre al liceo, chi vuole, può fare la storia nell’altra lingua. «Circa la metà degli studenti - spiega la docente Illia Manfredi - optano per questa possibilità: all’inizio fanno più fatica, ma alla fine sono soddisfatti». Nell’Istituto pluricomprensivo di Brunico, 580 studenti dalla materna alle superiori, oltre allo scambio di prof si sperimenta la creazione di gruppi misti, ovvero studenti italiani e tedeschi assieme: «Si fanno soprattutto - dice la preside Giusy Santo - attività di laboratorio e gli studenti apprezzano queste occasioni d’incontro in cui si gettano le basi per incontrarsi poi anche fuori da scuola».













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