Scena, sotto la chiesa affiora un edificio romano

Con i restauri della parrocchiale sono emersi reperti dei primi secoli dopo Cristo Lunedì la visita dell’assessore Mussner agli scavi dell’Ufficio beni archeologici


di Ezio Danieli


SCENA. Prima della vecchia chiesa parrocchiale di Scena, esisteva già un edificio. Sotto il tempio, sono stati rinvenuti i resti di uno stabile risalente all’epoca romana.

I lavori di restauro della vecchia chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Scena hanno fornito all'Ufficio beni archeologici l'occasione di indagare dal punto di vista archeologico la chiesa. Gli scavi non sono ancora terminati, ma hanno consentito ai funzionari dei Beni archeologici della Provincia di avere già le idee chiare sui reperti che sono stati individuati.

«Dagli scavi - spiega Catrin Marzoli, direttrice dell'ufficio - sono emerse significative informazioni relative alle origini della chiesa. È stato così possibile accertare che esisteva già un edificio prima della chiesa romanica. Nello stesso punto, immediatamente sotto la chiesa, sorgeva già un edificio di epoca romana, risalente ai primi secoli dopo Cristo».

Lunedì, alle ore 10.30 presso la vecchia chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, l'assessore provinciale Florian Mussner compirà un sopralluogo agli scavi archeologici assieme alla direttrice dell'Ufficio beni archeologici della Provincia. Catrin Marzoli spiega che «gli scavi sono iniziati a metà del dicembre scorso all’esterno della chiesa, poi dalla metà di gennaio sono ripresi all'interno del tempio e ora proseguiranno dopo i vari reperti che sono venuti alla luce, reperti che giudico interessanti» e che potranno ricostruire meglio la storia di Scena. Di più la dottoressa Marzoli non vuole dire.

Bisognerà aspettare il sopralluogo di lunedì mattina per conoscere la reale importanza di ciò che è emerso durante i lavori di restauro della vecchia chiesa parrocchiale di Scena. La direttrice dell'ufficio Beni archeologici della Provincia si limita a sottolineare la «piacevole sorpresa per quanto è emerso. Proseguiremo i lavori nella speranza di trovare altre tracce di una storia già particolarmente ricca che riguarda sia Scena che altre località della zona».

L'Ufficio beni archeologici della Provincia ricorda l'esempio di Marlengo, dove sono venuti alla luce vari reperti archeologici risalenti al Mesolitico, al Neolitico, all'età del Ferro preromana e all'epoca romana. I reperti, che testimoniano la storia movimentata di Marlengo, sono stati raccolti ed esposti nella mostra permanente allestita in municipio.

Si tratta di ritrovamenti sporadici di strumenti in selce (pietra focaia) che testimoniano la presenza di accampamenti stagionali di cacciatori già nel Mesolitico (IX-VI millennio avanti Cristo). Sono documentati pure resti delle prime comunità agricole stanziali risalenti al Neolitico (V-IV millennio anti Cristo) e ci sono tracce di insediamenti della preromana età del Ferro. Molto più evidenti sono le testimonianze dell'attività edilizia durante l'epoca romana e l'alto Medioevo, «quando la conca di Merano costituiva un territorio di confine: in un primo momento tra la romana X Regio e la provincia Raetia con capitale l'attuale Augusta, successivamente tra le zone di influenza dei Franchi, degli Ostrogoti, dei Longobardi e dei Baiuvari», ha spiegato la direttrice dell'Ufficio beni archeologici Catrin Marzoli.

Anche il limite settentrionale della diocesi di Trento passava, secondo quanto spiega Marzoli, fin dall'epoca del primo Cristianesimo, nella conca di Merano, dove confinava con la diocesi di Coira. I ritrovamenti nella vecchia chiesa parrocchiale di Scena confermano questa tesi.

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