il caso

Scontro sulle barriere anti-senzatetto dell’A22, l’assessora Rabini accusa: «Inaccettabile lotta ai poveri»

L’assessora: «Nessuno deve dormire sotto i piloni, ma non condivido questi costosi interventi. Subito un centro di transito per i migranti e riaprire i Cas sul territorio»



BOLZANO. Solleva dure prese di posizione la scelta di A22 di posizionare nuove barriere nella parte più alta dei piloni del viadotto dell’autostrada che attraversa Bolzano, per impedire ai senzatetto di ricavarvi dei giacigli per la notte.

Dopo Bozen Solidale (“Scandaloso utilizzare così i soldi”), interviene con una secca nota l’assessora comunale alle politiche di integrazione Chiara Rabini: «Apprendo oggi che A22 sta proseguendo la fredda operazione di cementificazione sotto i piloni dell'autostrada per ostruire l’accesso a richiedenti protezione internazionale / senzatetto. La terza fase di interventi realizzati negli anni e divenuti per molti cittadini simbolo inaccettabile della lotta ai poveri e che cancellano purtroppo tutto quello che di buono fa la città in tema di integrazione, inclusione e convivenza con chi arriva da altri paesi in fuga da guerre e povertà».

«Condivido che le persone non debbano dormire sotto i piloni per motivi di sicurezza, igiene pubblica e soprattutto dignità, tuttavia non posso condividere soprattutto in questo particolare momento per la nostra città i solerti, continui e costosi interventi di A22», prosegue l’assessora.

«La priorità e urgenza ora è un'altra: è un sistema di accoglienza organizzato e funzionante, soprattutto d’inverno ma anche in estate, grazie a un dialogo costruttivo tra tutte le istituzioni, terzo settore, volontariato e tutti gli attori anche privati che vogliono contribuire. È necessario aprire un centro di transito per i richiedenti protezione internazionale di passaggio sul nostro territorio o in arrivo, ripristinare e ampliare con fondi statali la rete diffusa di accoglienza SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione, ex Sprar/Siproimi), riaprire i piccoli CAS sul territorio provinciale, attivare spazi in tutta la provincia per senzatetto lavoratori (come di recente fatto con il sostegno del Comune a Casa Roma100 per 24 lavoratori di Bolzano senzatetto)», conclude Rabini. 













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