Scuola bilingue, proteste ad Appiano: «Progetto monco»

APPIANO. Il progetto di scuola bilingue ad Appiano è monco. O meglio, si ferma ad un vicolo cieco al termine del ciclo delle elementari. Alle medie, infatti, la sperimentazione non prosegue:...


di Alan Conti


APPIANO. Il progetto di scuola bilingue ad Appiano è monco. O meglio, si ferma ad un vicolo cieco al termine del ciclo delle elementari. Alle medie, infatti, la sperimentazione non prosegue: essendoci solo una sezione per classe, infatti, la sperimentazione annullerebbe il diritto statutario di ricevere l'insegnamento scolastico nella propria lingua. Molti genitori, però, si sentono comunque privati di un altro diritto: permettere ai propri figli di proseguire un percorso didattico iniziato nei cinque anni di primaria. Così hanno avviato una raccolta firme che ha raccolto molte adesioni con un'ottima partecipazione da parte delle famiglie immigrate. "L'assurdità di quello che accade - scrivono - sta nelle cifre. Alle elementari i nostri figli hanno seguito un curriculum che prevedeva 9 ore di lezioni in tedesco a fronte di un monte di totale di 20 ore (11 in italiano). Alle medie si passa ad 8 ore in seconda lingua su 34".. La differenza, a prima vista, sembra di una sola ora ma se si calcola la percentuale la percezione cambia: 45% del piano orario in tedesco alle primarie e 23% alle medie. Praticamente dimezzato. "Chiediamo all'intendenza e alla scuola che si predisponga un piano di studi che si possa chiamare davvero di potenziamento e che sia seriamente al passo con i tempi". I numeri delle iscrizioni, però, lo permettono? "Fino a qualche anno fa sarebbe stato uno spreco di denaro pubblico perché i bambini interessati alla sperimentazione bilingue erano tra i 9 e i 12 per classe. Da sei anni a questa parte, però, parliamo di 20 bambini per anno. Tanto che il Comune sta progettando un ampliamento della scuola. Ha senso, però, investire risorse economiche per un progetto che, evidentemente, rimane incompleto?".

Non tutti, però, vogliono iscrivere i propri figli alle sezioni bilingui. "Tra chi non ha voluto sottoscrivere la petizione ci sono genitori che vogliono difendere la comunità italiana, persone che non si sentono in grado di aiutare i bambini nei compiti in tedesco e, purtroppo, anche chi non vuole più avere certi insegnanti. Sono posizioni che vanno rispettate ma va anche rispettato chi ha imboccato un percorso diverso". In Provincia e Sovrintendenza, comunque, il tema dei docenti rimane centrale. L'assessore competente Christian Tommasini ha invitato chiaramente l'università a formare più insegnanti trilingui proprio in un'ottica di potenziamento continuo. "Una scelta di prospettiva - scrivono i genitori - ma andrebbe studiato un sistema di valutazione più adeguato pure per chi già ha una cattedra. Un operaio dopo tre sbagli riceve un richiamo e rischia il posto di lavoro, ma un docente di ruolo è praticamente inamovibile. Ha un'enorme responsabilità verso il futuro dei ragazzi eppure non esiste uno strumento capace di valutarne la qualità del lavoro. Capisco non sia semplice, ma i responsabili della scuola devono riflettere su questo aspetto in modo approfondito".













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