Scuola, «diga» per arrivi da fuori regione

Le nuove graduatorie provinciali negli istituti italiani rinviate al 2017. Sindacati: «Bene lo stop ai requisiti speciali»



BOLZANO. Via i «requisiti speciali» per insegnare, via i corsi di autonomia per i docenti che arrivano da altre regioni. L’assessore Christian Tommasini lo ha confermato ieri nella audizione davanti ai sindacati, alle associazioni e ai consiglieri provinciali della I commissione legislativa. Il disegno di legge «Modifiche di leggi provinciali in materia di istruzione, di stato giuridico del personale insegnante e di apprendistato», che arriverà in consiglio provinciale per l’approvazione, verrà modificato eliminando i due passaggi controversi di cui si è parlato nelle scorse settimane. Dietro la dizione «requisiti speciali» si prospettava la richiesta di certificazioni linguistiche per i docenti della scuola italiana. Come anticipato sul giornale di ieri, Tommasini presenterà due emendamenti soppressivi. Nella seduta di ieri, molto affollata, con gli assessori alla scuola Philipp Achammer e Tommasini è emersa un’altra novità. Le nuove graduatorie provinciali, che verranno utilizzate per la stipulazione di contratti di lavoro a tempo indeterminato e a tempo determinato, verranno aperte il prossimo anno scolastico nella scuola tedesca, mentre nella scuola italiana se ne parlerà solo a partire dal 2017-2018. Il debutto in due tempi era previsto già nel disegno di legge approvato in commissione, ma ieri si è fatta chiarezza sulla data. Questo il testo: «Le nuove graduatorie provinciali per l’accesso ai ruoli e per le classi di concorso delle scuole in lingua italiana vengono istituite dopo l’entrata in vigore delle norme relative ai requisiti speciali prescritti per l’insegnamento nelle scuole della provincia di Bolzano. Fino all’istituzione delle nuove graduatorie provinciali per le scuole in lingua italiana valgono le attuali graduatorie provinciali». Come detto, cadrà il riferimento ai «requisiti speciali», ma resta il concetto del rinvio. Una dilazione che Sandro Fraternali (Cisl) spiega con chiarezza: «Aprire subito le nuove graduatorie provinciali per la scuola italiana significherebbe fare arrivare moltissimi abilitati dalle altre regioni». Concorda nella lettura Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore): «Questa misura garantisce anche insegnanti di altre regioni che da tempo hanno scelto di vivere in Alto Adige e che rischierebbero di essere superati da colleghi di fresco arrivo». Soddisfatta la Cisl per l’eliminazione dei «requisiti speciali». «Restiamo in attesa di vedere cosa verrà inserito al loro posto», commenta Fraternali. Urzì rivendica la cancellazione come una propria vittoria politica: «Tommasini ha dovuto capitolare e annunciare il ritiro del passaggio. Era evidente e c'era il bisogno che l'abuso venisse denunciato con forza. Non ci saranno né patentini né altre certificazioni linguistiche obbligatorie a creare una barriera fra Alto Adige e resto del sistema educativo nazionale. Attenzione, è evidente che la scuola deve aprirsi al plurilinguismo. Ma non lo può fare solo la scuola in lingua italiana. Si apra anche il dibattito sulla necessità per la scuola in lingua tedesca di sradicare l'uso del dialetto, ancora diffusissimo in molte realtà». Altolà dei sindacati su temi come la continuità didattica, con nuova regolamentazione dei comandi e contratti pluriennali. Così Fraternali: «Non siamo contrari in linea di principio, ma vanno rispettate le norme contrattuali». Insomma, no all’ingerenza della giunta. Dubbi anche sulle attività extrascolastiche per le quali verranno riconosciuti crediti. Più voci hanno chiesto un accreditamento centralizzato di associazioni e agenzie, per evitare carichi burocratici alle scuole ed eccessiva discrezionalità. (fr.g.)

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