Scuola, i dirigenti difendono la riforma

Passarella: «Impensabile non ragionare per team, ma i docenti si possono valutare», Giunta diffidente sul reclutamento


di Alan Conti


BOLZANO. Non sarà un dirigente onnipotente. Perchè è impossibile e impensabile che la scuola dipenda dalle decisioni di un singolo. Il principio cardine da cui muove il giudizio, negativo, dei docenti sulla riforma della “Buona Scuola” è lo stesso da cui parte l'analisi dei presidi. Sia l'offerta sia il reclutamento degli insegnanti sono capitoli delicati da non accentrare in un'unica figura. La Camera ha - infatti - approvato l'articolo 9 del disegno di legge che attribuisce ai presidi il potere della «chiamata diretta» degli insegnanti. «Non ci sarà nessun preside-padrone ma un dirigente responsabile e valutato», assicura il ministro Giannini. Ma i docenti non sono d’accordo. «C'è tanta demagogia in questo dibattito – riflette Mirca Passarella, dirigente dell'Istituto Comprensivo Bolzano VI – perchè non è possibile non pensare al nostro ruolo come una funzione collegiale che si appoggi a un team. Prendiamo la scrittura del Piano dell'offerta formativa, il documento che rappresenta l'anima stessa della scuola. Come si può pensare di non coinvolgere l'intero consiglio d'istituto comprensivo, quindi, i docenti ma anche genitori?». Resta la questione di come scegliere gli insegnanti a tempo determinato senza rimanere incatenati alle graduatorie. «Partiamo da un dato basilare – premette Passarella – ovvero che la stragrande maggioranza dei docenti sono bravi. Detto questo, se inserito in una cornice adeguata, il meccanismo di scelta del preside non è deleterio anche perchè la richiesta di continuità da parte di alunni e famiglie è sempre forte». Come deve essere, però, questa cornice? “Requisiti chiari su titoli e qualità con una valutazione che si può fare predisponendo strumenti che siano il più oggettivi possibili. Credo che un team di valutazione formato da insegnanti scelti e preparati possa essere la strada giusta». E chi valuta i dirigenti? “Gli ispettori e la sovrintendenza. Mi sono sempre battuta per avere questo genere di controllo. Anche noi rispondiamo a delle precise responsabilità. E chi controlla deve avere la personalità di intervenire laddove queste responsabilità vengono a mancare».

Sabine Giunta guida l'Istituto Comprensivo Bolzano I e conosce i meccanismi dei sindacati grazie a un solido passato in Cgil. «Purtroppo quando si viene infilati in una selva di regole la tentazione di risolverle con una deriva autoritaria è abbastanza automatica. Mi preoccupa che la scelta dei docenti da un albo territoriale possa portare a un rafforzamento delle scuole che già sono competitive a discapito di quelle più deboli. Per ovvi motivi di scelta». Insegnanti che andrebbero valutati. «Sì, ma nel nostro Paese manca un poco la cultura dell'essere giudicati. Ci vorrebbe, per esempio, un sistema premiale come quello francese dove i docenti bravi possono anche fare meno ore in classe per formare gli stessi colleghi. Il tutto con riconoscimenti economici sostanziosi. Oggi, purtroppo, fare gli insegnanti è diventata una corsa ad ostacoli».

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