Secondo siluro a Rispoli Bloccato il processo Stein

Ieri mattina il procuratore non ha potuto svolgere la propria requisitoria Gli avvocati hanno ottenuto un rinvio invocando la traduzione di alcuni atti


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il procuratore capo Guido Rispoli molto probabilmente non riuscirà a concludere neppure il processo per il secondo troncone d’inchiesta della vicenda Stein legata alla centrale idroelettrica di Mezzaselva. Ieri mattina il magistrato, che ha condotto tutta l’indagine molto complessa (e dunque conosce perfettamente tutti gli atti del processo) avrebbe dovuto tenere la propria requisitoria, illustrando le richieste processuali della Procura a carico degli imputati. In realtà gli avvocati difensori sono ad un passo dall’ottenere la sua estromissione dal processo, esattamente come già avvenuto qualche giorno fa nel procedimento a carico di Luis Durnwalder accusato di peculato in relazione alla gestione del fondo riservato. Il procuratore rimarrà infatti a Bolzano ancora pochi giorni dato che dal prossimo 18 aprile sarà in servizio a Campobasso come nuovo procuratore generale del distretto del Molise. E così in occasione dell’udienza di ieri mattina mentre tutti si attendevano l’inizio del dibattimento con la requisitoria del procuratore, gli avvocati difensori - uno dopo l’altro - hanno sganciato il siluro che potrebbe privare la pubblica accusa del magistrato che ha condotto tutta l’inchiesta. Ancora una volta lo strumento utilizzato per invocare un inatteso rinvio è costituito dalle speciali norme sull’uso della lingua che sono particolarmente rigide perchè vanno ad incidere sui diritti di difesa. E così in Alto Adige può accadere che una delle parti del processo, sino a quando la fase istruttoria non è dichiarata chiusa, abbia la facoltà di chiedere la traduzione ufficiale nella lingua del processo di un documento acquisito in un altra lingua. In questo caso gli avvocati di difesa hanno chiesto la traduzione di alcuni atti acquisiti in lingua tedesca. E l’istanza è risultata talmente generica (e probabilmente strumentale) che il tribunale si è trovato nella necessità di fissare una nuova udienza per l’8 aprile in occasione della quale le difese specificheranno (solo allora) di quali documenti intendano ottenere la traduzione ufficiale. Saranno poi necessari alcuni giorni per permettere la concreta traduzione dei documenti (a meno che il tribunale non ritenga le richieste ingiustificate e non pertinenti) e a quel punto il nuovo rinvio sposterà probabilmente il processo già oltre il limite di servizio del procuratore Rispoli a Bolzano.

A quel punto il fascicolo dovrà passare nelle mani di un altro magistrato della Procura a cui dovrà comunque essere concesso un termine congruo per studiare tutti gli atti (diversi tomi) di un’inchiesta molto complessa e che già nel primo processo ha portato a due verità giudiziarie opposte. Si andrà probabilmente ad inizio estate (se non addirittura in autunno) con tempi sempre più ristretti per evitare la possibile prescrizione dei reati che scatterà nell’autunno dell’anno prossimo (spazio temporale massimo entro il quale dovrebbe svolgersi l’eventuale processo di secondo grado con successivo eventuale ricorso per Cassazione). L’intera vicenda ha nuovamente evidenziato la necessità pratica di mettere mano alle norme sul bilinguismo nei tribunale altoatesini. In sostanza manca una norma che indichi tempi certi entro i quali chiedere la traduzione di eventuali atti prodotti nel corso della fase istruttoria di un processo.

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