Sempre più poveri, aiuti a 4.500 persone

Duemila (44%) sono stranieri e fruiscono del reddito minimo di inserimento. Spesi 46,8 milioni per spese assistenziali


di Alan Conti


BOLZANO. Sono 46,8 i milioni di euro che la Provincia ha stanziato nel 2014 per le spese di natura assistenziale. Una cifra che emerge, scorporata per settore, dalla risposta dell'assessore provinciale al sociale Martha Stocker fornita a un'interrogazione presentata dal consigliere Pius Leitner dei Freiheitlichen. Una somma importante che muove da dati che destano qualche preoccupazione.

Sotto la soglia della povertà. Sono 4.500, più o meno, le persone che sul territorio provinciale vivono sotto la soglia della povertà. Un numero dedotto dall'amministrazione dai sussidi erogati come reddito minimo di inserimento. Di questi 1.972 arrivano a sostenere cittadini di origini extraeuropea. In termini percentuali si tratta di quasi la metà degli aventi diritto ovvero il 44%. Il computo totale dei sussidi sociali erogati, comunque, ammonta a 46.682.742 euro.

Affitti e reddito minimo. Diverse, ovviamente, le categorie che vanno a incidere su questo bilancio. La fetta più consistente della bilancia è quella del contributo al canone di locazione e per le spese accessorie. In soldoni la quota girata dall'Ipes per l'aiuto sugli affitti che è pari a 33 milioni. Distaccato, ma comunque seconda voce di spesa a bilancio è proprio il reddito minimo di inserimento con 10,8 milioni di euro. A cascata, poi ecco l'anticipazione dell'assegno di mantenimento a tutela del minore con 2,3 milioni, le prestazioni specifiche con 1,5 milioni, la continuità di vita familiare e domestica a 337 mila euro, l'assegno per le piccole spese personali a 235mila, il servizio di telesoccorso e telecontrollo a 25 mila euro, le spese di trasporto a 196 mila euro e l'acquisto di attrezzatura per persone con disabilità a 152mila.

L’analisi. “Si tratta di parametri in linea con le attese – commenta i dati il direttore della ripartizione provinciale delle politiche sociali Luca Critelli – quasi in tutte le voci. Sale il contributo di locazione ma si tratta del passaggio dal sussidio casa all'erogazione nei distretti sociali. In termini generali la spesa pubblica rimane significativa ma tutto sommato in linea con il recente passato. Poche variazioni anche sul reddito minimo che invece conobbe delle impennate nel periodo 2008-2011 con l'inizio della crisi e le difficoltà. Oggi abbiamo una quota costante tra i 10 e gli 11 milioni di euro». Resta quel 44% legato al reddito minimo per gli stranieri. «Naturalmente se si vuole guardare solo il dato parziale può anche colpire, ma il fenomeno va analizzato nel suo complesso. Io potrei rispondere, al contrario, che tra gli assegni di cura la componente straniera incide solo per l'1%. Fa parte della composizione sociale della popolazione che vede i cittadini extra europei in media più giovani, in casa d'affitto e impiegati, magari, in ambiti professionali dal reddito più basso. Il dato giusto da valutare, quindi, è l'incisività della componente stranieri sull'insieme dei sussidi erogati e qui siamo intorno all'8%: in linea con quella che è la quota percentuale nella popolazione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità