Senato, Zeller ottiene la deroga per il gruppo Svp 

Ironia in Parlamento: «Sarete la delegazione austriaca a Palazzo Madama?» Il senatore sulla doppia cittadinanza: abbiamo dovuto placare l’allarme a Roma



BOLZANO. Per la prima volta viene fissato il principio che le minoranze linguistiche avranno diritto a un proprio gruppo al Senato. È l’ultimo colpo della legislatura firmato dal senatore Karl Zeller, presidente del Gruppo per le Autonomie, che chiude così la sua carriera in Parlamento (non si ricandiderà). Zeller lascia un regalo alle autonomie nel nuovo regolamento del Senato, approvato ieri pomeriggio. Un colpo da maestro, che si è attirato in aula bordate da parte delle opposizioni: «Riconoscendo alle Autonomie questo privilegio si comprano di fatto i loro voti sulla riforma». Il nuovo regolamento per il Senato prevede, tra l’altro, norme contro il passaggio da un gruppo all’altro e fissa il numero minimo di 10 senatori, per costituire un gruppo. Viene concessa una sola deroga: alle minoranze linguistiche e ai parlamentari eletti nelle Regioni speciali basteranno cinque senatori per costruire il proprio gruppo. Oggi il Gruppo per le Autonomie conta su 17 senatori, con rappresentanti delle autonomie speciali, senatori a vita ed eletti arrivati da altri gruppi. Una massa critica che ha garantito un enorme potere contrattuale alla Svp. Con la norma anti «pendolarismo» il prossimo gruppo sarà meno numeroso, ma verrà garantito per regolamento. Euforico Zeller: «Il riconoscimento dell'importante ruolo che svolgono i senatori rappresentativi delle minoranze linguistiche e delle autonomie speciali non era affatto scontato». A Palazzo Madama ha fatto irruzione il caso del doppio passaporto. «Si farà un gruppo in rappresentanza dell'Austria?», hanno ironizzato sui banchi del centrodestra. Sul doppio passaporto Zeller parla da Roma dopo giornate turbolente. Il suo approccio è fieramente pragmatico. I festeggiamenti della destra sudtirolese, la calata del parlamentare Werner Neubauer (Fpö) hanno messo in allarme Roma. «C’è stato molto nervosismo per i toni nazional-revanscisti», conferma Zeller. La Svp viene trascinata nella bufera, perché la proposta di doppio passaporto proviene anche dalla Stella alpina. «Abbiamo dovuto tamponare, ricordare quanto la Svp sia un partito europeista e moderato», rivendica Zeller. Anche per questo lunedì scorso era stata cancellata la conferenza stampa della Svp. C’è l’imbarazzo per una proposta portata avanti dal partito gemello Övp con la destra estrema della Fpö. «La nostra proposta era partita in altri anni, quando a Vienna governava la grande coalizione», precisa Zeller, che traduce così le preoccupazioni di una parte della Svp: «L’obiettivo è condivisibile, ma dobbiamo stare attenti a non farci schiacciare, a stare distanti da chi pensa che il doppio passaporto sia il primo passo verso la secessione, da chi trae un vantaggio elettorale nel tenere alta la tensione». (fr.g.)













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