Sensori hi-tech per gli anziani che vivono soli, la rete è pronta 

Abitare sicuri. Il progetto del Comune prima ha vissuto una fase sperimentale, attivata con una decina di persone anziane o direttamente in strutture di assistenza. Prossimo obiettivo: estendere il progetto in tutti i quartieri 


Paolo Campostrini


Bolzano. Il gas che si apre d'improvviso, un guasto, una fuga. E chi è in casa da solo non se accorge. Perché dorme, è anziano, combatte col panico, il telefono è lontano... Oppure una caduta. La gamba fa male, sempre di più, passeranno ore prima che qualcuno se ne accorga. Ecco cosa tante volte è accaduto. Donne e uomini ancora in grado di badare a se stessi ma soli. Per scelta, per necessità, perché la casa in cui si è vissuti piace, anche da anziani ci si sta bene. Ora, arriva in aiuto la domotica. Ma specializzata. Fatta di sensori in grado di percepire una caduta. Di orologi di emergenza in grado di essere attivati in qualsiasi situazione: per parlare con l'infortunato, localizzarlo se non riesce a comunicare. Allarmi intelligenti in grado di essere attivati ad ogni sollecitazione, sia a voce che da rumori percettibili. E poi una centrale che riceve l'impulso, che vede all'istante l'accaduto. In grado di sostenere l'infortunato fino all'arrivo dei soccorsi o di risolvere in autonomia un problema domestico. Una casa hi tech. Perché tutto questo? «Non possiamo economicamente e poi non è giusto avere come unico punto di riferimento in termini di assistenza le case di risposo - spiega il sindaco - sia per i costi che per la qualità della vita delle persone».

Ora questo schema di intervento "smart" legato alle infinite possibilità dell'elettronica digitalizzata applicata alle realtà urbane è un progetto : si chiama " abitare sicuri". Prima ha vissuto una fase sperimentale, attivata tra 42 inquilini che, nelle case comunali in centro (Via Vintler/Vintola), piazza Nikolaus a Firmian e in via Claudia Augusta a Oltrisarco, hanno iniziato a sperimentare i vantaggi dei sistemi domotici ed ora esce da questo step per diventare realtà diffusa. «La presentiamo tra un po’» anticipa Renzo Caramaschi. Sarà a fine mese, quasi sicuramente il 28. Perché, poi, Bolzano vuole restare in prima linea in questa particolare attenzione alla terza età applicata alle soluzioni 4.0. Una delle ragioni è che il Comune vuole confermarsi all'avanguardia nell'assistenza sociale e poi Bolzano ha una popolazione mediamente sana. E questo è un bene. Ma la conseguenza è che l'aspettativa di vita, che continua a crescere, è oltre gli 86 anni per le donne e 81/82 per gli uomini. E non tutti raggiungono questi traguardi sempre sulle loro gambe. Ma chi lo fa, e sono sempre di più, non possono ma spesso non vogliono usufruire della casa di riposo. Perché negli anni hanno risparmiato e possono avere un alloggio proprio. Tuttavia spesso sono soli. Quanti sono? In termini generali oggi su 100 ragazzi a Bolzano ci sono 122 anziani. Una proporzione sbilanciata verso l'alto. Bolzano invecchia, dunque. E lo farà sempre più in futuro. «Non possiamo pensare di continuare a costruire nuove strutture, ma immaginare un'assistenza domiciliare diffusa capace di far vivere le persone dove meglio credono ma senza per questo impedir loro di farlo in sicurezza». Ecco la tecnologia in aiuto. Che è anche la ricaduta di una precisa scelta politica. Compiuta dalle giunte e anche da questa: la città smart. Dentro la cui cornice, favorire la permanenza dei cittadini che vivono soli, in autonomia, sarà uno degli aspetti da attuare in fretta. Partirà dunque il tele monitoraggio per alcune tipologie di persone e di case e la tele assistenza per altri ambiti. In modo da rendere il progetto in grado di coprire la più vasta gamma di infortuni o di esigenze. Ci saranno sensori in grado di rilevare fughe di gas, presenza di fumo in caso di prevenzione incendi, perdite d'acqua, temperature ambientali . I sensori e l'interfaccia sono gestiti da una rete di altrettanti sensori wireless ma ci sarà anche a disposizione uno schermo tattile, come quello degli I pad, capace di attivarsi a tocco, che comunicherà con una centrale operativa lontana i dati relativi all'utente e i suoi bisogni. Se poi questa centrale di sensori rilevasse situazioni particolari è in grado a sua volta di attivare la centrale del servizio socio-sanitario, la quale, secondo i protocolli medici, si farà carico dell'intervento specifico. Poi ci saranno utenti, più agili e informati, che potranno dotarsi di dispositivi portatili, come un cellulare, con una App in grado di segnalare a sua volta situazioni di emergenza o richieste di aiuto specifiche. Ecco come Bolzano proverà ad affrontare la sua nuova stagione. Per i particolari, in Comune stanno definendo gli ultimi dettagli su tempi e modi.













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