Bolzano

Senzatetto sotto i portici del teatro, soluzione soft

Linea morbida del Comune: «Come è stato fatto in altri casi cercheremo di convincerli ad accettare una sistemazione». Tolleranza zero invece con chi spaccia dietro il Comunale



BOLZANO. Hanno individuato un tetto sotto i portici del teatro comunale. In una notte di pioggia non hanno trovato altro. Chi sono? «Probabilmente romeni» azzarda Juri Andriollo. Gli stessi, aggiunge l’assessore al Sociale, che se ne stavano da un po’ di tempo vicino alle fioriere di via Resia.

Altrettanto probabilmente diversi dai tre o quattro che avevano eletto i cubi di piazza Mazzini come domicilio temporaneo.

Non più quelli che avevano adottato le panchine del parco dietro il monumento. Insomma, i clochard bolzanini sono mobili. E c’è già chi chiede provvedimenti. Del tipo: «Mandiamoli via». In realtà non è così semplice. Per prima cosa si tratta di persone comunitarie, impossibile agire coi fogli di via. Dunque? «Ora ci rimettiamo al lavoro con i servizi sociali» annuncia l'assessore. Che significa soprattutto una questione: avere pazienza. Queste che dormono sotto i portici del teatro sono persone impegnate di giorno nel chiedere l'elemosina. E non in modo aggressivo, sembra. Dunque ponendosi al di fuori delle possibili applicazioni di una norma anche comunale che intende reprimere queste forme di richieste.

Gli uffici del Sociale conoscono vita, morte e miracoli di questi clochard: «Il problema è che rifiutano sistematicamente di essere accolti nelle strutture di assistenza. Persino quando le si invita a passare almeno una notte in letti non di fortuna», dice una funzionaria.

Chi se ne stava qualche mese fa tra il monumento e i portici di Cappelli pare abbia trovato un parente o un amico altrove in grado di ospitarlo. Ma è stata necessaria una lunga e sfiancante opera di convincimento. «Anche perché se si fa intervenire le forze dell'ordine possono al massimo ribadire la necessità di spostarsi - insistono negli uffici municipali - ma quando lo fanno poi si arrangiano altrove». Camminare per strada o fermarsi su una panchina non è reato. Allora? «Agiremo, naturalmente, facendo leva sui benefici dei servizi di assistenza. Ma il tema è più generale - commenta Andriollo - e riguarda la sempre più marcata carenza di margini di tolleranza della nostra società. Una volta, forse, si era tutti un poco più poveri e si vedeva nel vecchio barbone o nel clochard, uno di noi, solo un poco più sfortunato».

Non c'è più, in sostanza, l’accettazione della diversità. Si tollera la pipì di un cane sotto un portico e assolutamente non più quella di un essere umano.

Ma poi il teatro comunale apre un ulteriore problema, ai suoi margini. «Dietro, tra via Alto Adige e piazza Verdi, in quel passaggio che sfiora via Isarco - rivela l’assessore - c’è spesso un fitto traffico di stupefacenti. Ci girano persone ai margini ma anche chi offre altre sostanze. Si deve intervenire a più livelli. Certamente con azioni di tipo repressivo, e per questo si allerteranno anche i vigili oltreché chiedere aiuto alla polizia, ma poi c'è all’orizzonte anche un intervento urbanistico in termini di riqualificazione complessiva». Che aspetta da un pò troppo tempo. Come si spera in una futura risistemazione del parco Cappuccini, inserendovi eventi e punti di ristoro. Ma non prima di un anno o due, purtroppo. P.CA.













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