Serracchiani: squadra «speciale»

La governatrice del Friuli (Pd): le nostre autonomie devono aiutare il Paese



BOLZANO. Le autonomie speciali non passano un bel momento. «Non andiamo più di moda», sorride Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia. Altrimenti detto, «per qualcuno siamo diventati un peso». Quindi le «speciali» facciano squadra. La governatrice (Pd) è venuta a Bolzano per sostenere la lista dei democratici. Al suo fianco in piazza del Grano ieri pomeriggio i candidati, tra cui Christian Tommasini, con cui collabora per la candidatura a Capitale europea della cultura 2019, segretario e vice del Pd Antonio Frena e Carlo Costa.

In una situazione di crisi, sottolinea Serracchiani, le autonomie speciali «devono tornare ad essere tali», anche ripensandosi. «Ripiegarsi è un rischio, pensare di rivedere confini ancora di più. Le nostre capacità devono diventare indispensabili. Da parte nostra, stiamo imparando a essere utili a un Paese, che ha bisogno che arrivi una spinta da noi. E secondo me la spinta deve essere anche culturale». Insomma, conclude Serracchiani, «vogliamo mettere a disposizione la nostra autonomia. L’altra sfida, collegata, «è alzare la testa e uscire dalla crisi: possiamo farcela se ognuno trova un ruolo». Il suo appello al voto: «Convincete gli indecisi, gli ultimi tre giorni sono decisivi». Tommasini tocca ferro: «Debora venne a Laives e Liliana Di Fede diventò sindaco, speriamo che ci porti fortuna anche questa volta. Ci candidiamo per essere più forti, per un Alto Adige più aperto. Siamo di fronte a un cambiamento e in queste fasi le possibilità sono due: chiudersi o aprirsi. Per noi vale la seconda strada, una provincia aperta, europea, trilingue». Dentro la Casa della Pesa il momento istituzionale con la presentazione del dossier della candidatura a capitale della cultura.

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