Servono 3,5 milioni di euro per avere Castel d’Appiano

Approvata dal consiglio la delibera per acquistare la fortezza medievale del 1125 Cleva: «Penso ad una permuta con il conte». Trettl: «Non possiamo perderlo»


di Massimiliano Bona


APPIANO. Il Comune ci riprova e torna all'assalto di uno dei manieri più rappresentativi dell'intera provincia, Castel d'Appiano. Si tratta, del resto, di una delle più importanti e imponenti costruzioni difensive medievali dell'Alto Adige. Il consiglio comunale, al termine di una discussione durata anni, ha dato mandato l'altra sera alla giunta e al sindaco Trettl di iniziare una trattativa con i conti Enzenberg, proprietari del maniero dal 1911, e con la Burg Hocheppan sas. La decisione è stata approvata dal consiglio a larga maggioranza (22 si, due astensioni della lista civica interetnica e un voto contrario), anche se il nodo principale da risolvere resta quello dei fondi. Secondo la stima della Provincia servono 3,5 milioni di euro, cifra che il Comune - come spiegano sia Trettl che il suo vice Cleva - potrebbe ricavare anche grazie ad una permuta. «Non possiamo permetterci di perdere questo storico maniero, che per noi è fondamentale anche dal punto di vista turistico. Decideremo entro l’anno». Come molti ricorderanno, infatti, nel 2009 il conte Michael Enzenberg pubblicò persino un annuncio sul Financial Times in cui annunciava l'intenzione di disfarsi del maniero (ma anche di Castel Maultasch a Terlano). Troppo alte infatti le spese di manutenzione sostenute negli ultimi quindici anni: oltre tre milioni di euro. Al centro della trattativa non c'e solo il castello, ma anche la cappella romanica e terreni per un totale di 43 ettari.

Per alcuni la fortezza medievale risalirebbe al 1125. Fu costruita per volere del conte Ulrico II di Appiano. Nel 1158 il castello fu oggetto di un attacco del duca di Baviera e di Sassonia. Più tardi il maniero venne rimesso in piedi e nel 1315 passò ai Tirolo. Dal 1911 ne sono proprietari i conti Enzenberg, che hanno anche curato il consolidamento delle rovine nei punti più a rischio. Attualmente le rovine sono consolidate e sono state in parte oggetto di restauri. Negli spazi interni c’è un punto di ristoro, presso il quale si possono anche ottenere le chiavi della cappella romanica del castello, tuttora ben conservata. Quest’ultima è una piccola costruzione, a pianta rettangolare, precedente al castello. L'accesso è laterale. Gli affreschi della cappella sono tra i meglio conservati del Tirolo. Si tratta di pittura di stile romanico - la cappella risale infatti al 1131 - con soggetti sia sacri che profani. «L’idea che venga un privato - conclude Cleva - e chiuda il maniero ci deve far riflettere e soprattutto agire. Anche a costo di procedere con una trasformazione urbanistica e, quindi, ad una permuta».

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