Servono esperti di green economy e medici

Le professioni del futuro: ingegneri e tecnici per CasaClima, biomassa e fotovoltaico


Davide Pasquali


BOLZANO. Green economy ovverosia CasaClima, solare, geotermia, biomassa; digitalizzazione, web design e informatica; terzo settore, ovvero medicina, geriatria, assistenza alla prima infanzia. Sono i settori professionali di tendenza, quelli che almeno in linea teorica dovrebbero assicurare un posto di lavoro agli studenti altoatesini appena licenziati dalle superiori e in procinto di entrare all'università o di frequentare corsi di specializzazione.

Esperti di economia e formazione altoatesini spiegano: in futuro ci saranno sempre meno posti fissi nell'amministrazione pubblica, mentre in Alto Adige continueranno a tirare i mestieri collegati a turismo, agricoltura e artigianato.

Nei primi due casi, però, sempre legati alla stagionalità e spesso al solo tempo determinato. Chi invece si diploma in materie tecniche specialistiche, in provincia continuerà a trovare lavoro. Subito. Anche se ora come ora la figura professionale più difficile da reperire per le aziende è l'ingegnere. In pochissimi scelgono infine la via imprenditoriale.

Orientarsi è difficile, anche perché pure a cercarli gli strumenti di valutazione sono pochi, frammentari, per loro natura incerti e tutt'altro che matematicamente infallibili. Insomma, bene prenderli in considerazione, ma guai a fidarsi ciecamente. Per spiegare occorre un esempio: secondo l'Asl unica nei prossimi tre anni servono 245 medici. Un'enormità. Probabilmente sarà così anche in futuro, ma nessuno può assicurare a chi si accinge a iscriversi all'università che fra dieci anni, quando avrà in tasca laurea e specialità, troverà un posto al San Maurizio.

«In dieci anni, ma anche in cinque, può cambiare tutto», spiega Stefano Perini dell'Istituto ricerca economica della Camera di commercio. «Per il 2011 i dati non sono ancora disponibili, ma come tutti gli anni su commissione di Unioncamere nazionale abbiamo partecipato alla rilevazione sui mestieri più richiesti: chiediamo alle aziende quali fugure intendano assumere nei prossimi 12 mesi». Ovviamente è uno strumento utile per evindenziare i trend, ma non è da prendere per oro colato. «Nel breve sono dati significativi, ma fra anni, a università finita, non è detto che la situazione sia la medesima».

Dall'indagine 2010 è emerso che a mancare sono in primis gli ingegneri, seguiti però non da chi si è laureato all'università, ma da chi possiede un diploma tecnico o professionale. In classifica spiccano: artigiani artistici per legno tessili e cuoio, montatori di prodotti industriali, specialisti della produzione alimentare, termotecnici, frigoristi, elettrotecnici e contabili. In provincia, spiega Perini, «si trova lavoro piuttosto facilmente nei settori tradizionali, legati a turismo, agricoltura, ambiente, artigianato». Ovviamente, per orientarsi anche da noi occorre considerare i macrotrend internazionali. «In particolare tutto ciò che è legato alla cosiddetta green economy, tipo CasaClima.

L'Alto Adige poi è un faro a livello nazionale e le aziende del settore sono in espansione». Un settore di certo in crescita è il terzo: «Guardando i trend demografici, un fatto è certo: ci sarà sempre più bisogno di personale specializzato nella cura degli anziani, dei malati, ma anche dei bambini piccoli». Secondo le categorie economiche (Useb, Apa, Cna) attualmente in provincia c'è grande richiesta di operai specializzati come i saldatori. Vanno forte anche estetisti, parrucchieri, professioni legate al wellness, tipo massagiatrici e personal trainer.

Insomma, tanto spazio per i tecnici, poco per i laureati? Risponde l'assessore all'università, Sabina Kasslatter Mur. «Siamo una terra con le sue tradizioni: turismo, ambiente, agricoltura, artigianato. Ciò non significa che non servano altre figure professionali, specie ingegneri, tecnici. Anche se studiano da noi, però, non è detto che poi riescano a trovare lavoro in patria. Stiamo spingendo tanto su ricerca e innovazione, ma rimaniamo pur sempre il piccolo Alto Adige». L'assessore conclude con un consiglio: «Non guardate troppo alle richieste dell'economia, legate al breve periodo. Al lavoro si dedica metà della vita, è importante fare qualcosa che piaccia, che dia soddisfazione. Non si deve guardare solo al guadagno. Chi è indeciso ci pensi bene».

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