Servono medici? Allora via la Proporz 

L’ultima delibera di giunta deroga alla proporzionale linguistica per assumere a Bolzano 25 medici del gruppo italiano


di Valeria Frangipane


BOLZANO. L’Alto Adige - come il resto d’Europa - non trova medici. L’ultima delibera della giunta provinciale in materia - che risale a martedì scorso - corre ai ripari e deroga alla proporzionale linguistica per assumere nel Comprensorio di Bolzano 25 medici italiani. Ricordiamo infatti che il gruppo proporzionale 3 (per la dotazione organica del personale medico) su un totale di 1.190 posti in tutto l’Alto Adige, ne assegna 826 al gruppo tedesco, 310 al gruppo italiano e 53 ai ladini. Il Comprensorio di Bolzano «ha emanato ed emanerà - si legge nella delibera - annunci pubblici ai quali possono partecipare aspiranti con e anche senza attestato di bilinguismo. Al momento però non è possibile coprire i suddetti posti a tempo pieno con aspiranti del gruppo tedesco e ladino per la difficoltà a reperire aspiranti appartenenti ai gruppi linguistici corrispondenti». Che evidentemente se si laureano all’estero, non ritornano in Alto Adige anche perchè il contratto non è più attrattivo. Resta anche da capire come mai la provincia di Bolzano non sia attrattiva per i medici d’Oltralpe. L’Asl - che ha approfondito la questione - dice che chi proviene da Germania ed Austria è scoraggiato a fare il riconoscimento di laurea al ministero per colpa delle lungaggini burocratiche, ma è scoraggiato anche dagli stipendi più bassi rispetto ai Paesi d’origine. Fatto sta che l’Alto Adige non trova medici e la delibera autorizza l’Azienda a derogare alla proporzionale per coprire a tempo determinato o indeterminato 25 posti a tempo pieno come medici, con aspiranti idonei appartenenti al gruppo italiano. La carenza di professionisti della sanità resta comunque preoccupante in tutta Europa. “Quotidiano Sanità” - piattaforma online interamente dedicata al mondo della sanità - in un recente approfondimento riporta le forti preoccupazioni di Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici) che fotografa una situazione pesantissima tra ospedalieri e medici di famiglia. «I numeri relativi alla futura carenza di medici all’interno del servizio sanitario nazionale sono drammatici. In area ospedaliera la situazione è critica: nei prossimi 10 anni sono previsti in uscita da 50 a 56 mila medici. A questa emorragia si aggiungono i 1.500 giovani laureati o specializzati che ogni anno si trasferiscono all’estero perché bloccati dall’imbuto formativo e sospesi in un limbo che non consente l’accesso al lavoro stabile». Per la Federazione sono drammatiche anche le cifre dei medici di base. «Sono 15 mila i medici di medicina generale che usciranno dal sistema nei prossimi 5 anni, considerando un’età media di pensionamento di 67 anni. Ogni anno, a fronte quindi di un’uscita di circa 3 mila medici, si diplomano al corso di medicina generale solo in 900/950. Le graduatorie non sono un serbatoio sufficiente, dato che dei 30 mila medici in attesa di occupazione stabile, oltre il 60% ha più di 50 anni. Solo il 40% - quindi circa 12 mila medici - è potenzialmente attivabile».













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