Sexgate bolzanino: baby-squillo,  clienti vogliono il confronto

Gli avvocati dicono no alla deposizione protetta: ora sono maggiorenni


Mario Bertoldi


BOLZANO. Alcuni indagati nell'inchiesta sulle baby prostitute di via Resia starebbero valutando di chiedere il confronto all'americana con le due ragazzine, oggi maggiorenni. Ed intanto è scontro tra accusa e difesa sulle modalità di svolgimento dell'incidente probatorio. Per il momento il giudice Carlo Busato non ha ancora preso una decisione su come far deporre le due giovanissime straniere. Il sostituto procuratore Donatella Marchesini ha più volte auspicato che le due ragazzine (ora maggiorenni) possano deporre nella cosiddetta «sala specchi», la struttura solitamente utilizzata per le testimonianze dei minorenni o di persone anche adulti ma con problemi di stabilità psicologica o deficit intellettivi. Si tratta di una forma di deposizione protetta nel corso della quale il teste depone alla presenza del solo giudice che funge da filtro. In effetti, in quel caso, è il solo giudice che recepisce le domande di accusa e difesa ponendole al teste secondo propri accorgimenti e proprie modalità di esposizione. Alcuni avvocati degli otto indagati, finiti sotto inchiesta con l'accusa di prostituzione minorile, non sono però d'accordo e, sul punto, si dicono pronti ad impugnare sino in Cassazione l'eventuale decisione in tal senso del Gip Carlo Busato. Qual è la tesi di alcuni avvocati difensori? Semplicemente che le due ragazze marocchine ora sono maggiorenni: pertanto dovrebbero essere chiamate a deporre dalla Procura in un contesto processuale normale (a porte chiuse) con le parti in aula e con il diritto al contro interrogatorio da parte della difesa. La questione non sembra di poco conto perchè alcuni avvocati ritengono che in caso di deposizione nella sala specchi verrebbero di fatto limitate le potenzialità della difesa. «Il principio del contraddittorio è uno dei pilastri del nostro sistema - ricorda tra gli altri l'avvocato Alberto Valenti - - le due testimone hanno già dimostrato di essere tutt'altro che sprovvedute giovincelle e dunque penso che l'incidente probatorio debba svolgersi nella normale dialettica processuale». Che significa che gli avvocati di tutti gli indagati dovrebbero avere il diritto di controinterrogare le due ex baby squillo per verificare in primo luogo l'attendibilità di quanto andranno a raccontare davanti al giudice. Dalla Procura della Repubblica si sta cercando di evitare polemiche che rischiano di caricare di tensione il momento dell'udienza. Il pubblico ministero Donatella Marchesini ieri ha fatto semplicemente notare che la valutazione spetterà solo al giudice Busato e che si dovrà valutare anche se la sala specchi avrà la possibilità di ospitare tutti gli interessati (cioè gli otto indagati con i rispettivi avvocati di difesa che potrebbero anche essere un paio per ognuno degli inquisiti). In realtà la questione non è di poco conto dato che la deposizione delle due giovani marocchine (che hanno già deposto davanti al Pm) potrebbe risultare determinante soprattutto per alcuni degli indagati. E la difesa vuole poter incidere il più efficacemente possibile.

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