SEXGATELe ragazze chiedono il danno esistenziale ai clienti

Dopo le deposizioni in aula, almeno una decina di clienti dovranno risarcire


Mario Bertoldi


BOLZANO. E' una sorta di «danno esistenziale» quello che i clienti delle baby lucciole saranno chiamati a risarcire a conclusione della lunga inchiesta sul giro di prostituzione minorile che ha coinvolto ambienti della media e alta borghesia bolzanina. E' un'ipotesi risarcitoria più pesante rispetto a quella riconosciuto, a livello penale, con il classico «danno morale». In questo caso le richieste dell'avvocato Bonifacio Giudiceandrea, legale delle tre ragazze parti lese, andranno oltre perchè si è oggettivamente di fronte ad un evento che rischia di modificare per sempre la vita a livello psicologico di queste ragazzine. L'esperienza della prostituzione lascerà quasi sicuramente un segno indelebile nella loro vita. Non a caso l'altro giorno l'avvocato Bonifacio Giudiceandrea ha parlato esplicitamente di «danno incalcolabile».

In effetti qui siamo di fronte al dramma di tre ragazze cui è stata rubata la serenità e la spensieratezza dell'adolescenza. «Il danno esistenziale - hanno sentenziato le sezioni unite della Corte di Cassazione - si fonda sulla natura non meramente emotiva ed interiore (propria del cosiddetto danno morale) ma oggettivamente accertabile del pregiudizio, attraverso la prova di scelte di vita diverse da quelle che sarebbero adottate se non si fosse verificato l'evento dannoso». Essere indotte a fare le prostitute a 15 anni e ad avere costanti contatti sessuali con clienti per denaro, può segnare in termini negativi tutta la vita. Soprattutto in un caso come questo sarà necessario valutare la gravità della lesione subita dalle tre ragazzine, a livello anche di personalità, del loro modo di essere e di vivere sia personale che sociale.

E' evidente che una responsabilità pesante è già stata individuata per la escort 25enne che si trova in carcere a Rovereto e che avrebbe avuto un ruolo indiscutibilmente centrale nell'organizzazione e nello sfruttamento delle prestazioni sessuali a pagamento delle tre minorenni. Potranno però essere chiamati a risarcire pesantemente anche i clienti che, nonostante fossero al corrente della loro minore età o non potessero essere certi della loro presunta maggiore età, decisero comunque di non rinunciare alla proposta di prestazioni sessuali in cambio di denaro (dolo eventuale).

La posizione di almeno una decina di indagati sembra compromessa dopo le dichiarazioni delle tre ragazze durante l'incidente probatorio. Anche perchè, al di là di quello che le giovani erano costrette a dire ai clienti, lo stesso aspetto fisico delle ragazze avrebbe dovuto far nascere parecchi dubbi ai clienti (alcuni dei quali hanno avuto rapporti addirittura nel 2008). Il nostro giornale ha deciso di non pubblicare i nomi delle tre ragazze (che oggi sono comunque maggiorenni) a tutela della loro identità.

Oggi però pubblichiamo (debitamente travisata) la foto di due di loro proprio per consentire ai lettori di valutare oggettivamente se potessero realmente essere scambiate per maggiorenni. La Procura è convinta di no. Nel frattempo le due ragazze hanno accettato di essere inserite in un ferreo programma di recupero: vivono (prive di telefono e di contatti esterni) in una località segreta del Veneto. Una è stata affidata alle suore. Con una sola speranza nel cuore: voltare pagina per sempre.













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