Sgombrato il bivacco dei senzatetto sulle rive dell’Adige

Ieri l’intervento della polizia municipale a Maia Bassa Cinque persone sono state indirizzate ai servizi sociali



MERANO. Sgomberi e rinascita degli accampamenti, in un triste, ciclico ritornello all'insegna dell’emarginazione. Ieri mattina gli uomini della polizia municipale, seguiti dagli addetti di una cooperativa incaricata delle operazioni di pulizia, sono tornati sotto il ponte che scavalcando l'Adige collega via Palade tra la sponda meranese e Marlengo, lungo i binari, poco distante dalla stazione di ferroviaria di Maia Bassa.

Sono state identificate cinque persone scovate tra giacigli improvvisati e una marea di rifiuti, amara documentazione di vite allo sbando.

Come da prassi, sono state indirizzate ai servizi sociali nel tentativo di incanalarle in percorsi di inclusione. Ma si tratta di volti noti ai vigili urbani, impegnati a svolgere il loro compito nella consapevolezza che difficilmente i senzatetto si presenteranno agli indirizzi loro comunicati.

Per cinque nomi registrati, sono molti di più quelli che popolavano il bivacco ma erano assenti all'arrivo degli agenti. Il discorso di fondo comunque non cambia: esistenze borderline, diverse delle quali rimangono ai margini, per un motivo o l'altro, dei canali d'integrazione.

Sicché non cambierà neppure il ritornello: una volta compiuto lo sgombero, inizialmente le persone allontanate cercheranno soluzioni alternative, ma non è difficile prevedere, ultimata la bonifica dell'area, che prima o poi quelle stesse persone torneranno in quell'angolo ai piedi del sottopasso, tra fiume e rotaie.

Comune e Rfi ipotizzano la realizzazione di protezioni per isolare la zona, sapendo tuttavia che ogni barriera finirebbe inesorabilmente per essere in qualche modo aggirata, e che la spesa per costruirla rischierebbe seriamente di diventare denaro pubblico gettato al vento. (sim)

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