«Si smantellano gli Sprar e avremo più clandestini» 

I timori dell’assessore Repetto dopo l’approvazione del decreto Salvini «Si promette la velocizzazione delle espulsioni, ma i tempi saranno lunghi»



BOLZANO. «Quello sollevato dalla manifestazione di mercoledì è un non problema. CasaPound contesta il centro per migranti e senzatetto sostenendo che andrà ad aggravare la situazione del quartiere Don Bosco, ma è una preoccupazione del tutto infondata. L’edificio che stiamo ristrutturando è in via von Comini (parallela di via Volta, ndr): non c’entra nulla con via Resia». L’assessore Sandro Repetto replica così agli organizzatori del sit-in contro il nuovo centro che aprirà il 15 novembre e ospiterà 100-120 persone. «Si tratta semplicemente dello spostamento di coloro che attualmente sono ospitati nei container dei Piani. Hanno mai creato problemi? No e non li creeranno neppure nella nuova collocazione. Invece di preoccuparsi per questo, si preoccupino del probabile aumento dei clandestini nel momento in cui verrà applicato il decreto Salvini approvato, solo pochi giorni fa, dal governo».

Il primo articolo contiene nuove disposizioni in materia di concessione dell’asilo e prevede di fatto l’abrogazione della protezione per motivi umanitari.

L’idea di fondo è sostanzialmente questa: smantellare gli Sprar così come erano stati concepiti finora, ovvero piccole strutture distribuite in una quarantina di comuni dell’Alto Adige, dove per i migranti sono previsti progetti di inserimento. «Il decreto Salvini da quanto si capisce - spiega Repetto - stabilisce che negli Sprar ci vadano solo coloro che si sono visti accogliere la domanda di asilo dalla commissione territoriale competente. I tempi però sono lunghi: le procedure richiedono tra l’anno e mezzo e i due anni. Anche perché, almeno finora, in caso di risposta negativa, era ammesso il ricorso. Si calcola che solo il 30% delle domande vengano accolte, gli altri secondo Salvini verranno espulsi e rimpatriati nei rispettivi Paesi. Purtroppo, si è visto che i rimpatrii sono tutt’altro che facili e il risultato sarà che chi viene buttato fuori dagli Sprar resterà sul territorio nazionale e diventerà un clandestino».

In Alto Adige gli Sprar sono attivi - in base ad accordi tra Comuni e Ministero - in una quarantina di comuni ed ospitano circa 180 persone; un’altra ventina di Comuni, che avevano presentato la domanda, sono invece in attesa di una risposta. Lo stesso dicasi per Bolzano che avrebbe voluto creare uno Sprar per una ventina di minori non accompagnati: è tutto bloccato.

A Bolzano, non ci sono Sprar, ma Cas, ovvero centri di accoglienza straordinaria: cambiano le sigle, non la sostanza. «Ospitano - spiega Repetto - circa 480 migranti in attesa di una risposta sulla richiesta di asilo. Il ministro Salvini promette un’accelerazione dei tempi delle commissioni che esaminano le domande, finora però non si vedono gli effetti dell’annunciata velocizzazione delle procedure; come è oggettivamente difficile pensare che chi si vedrà respingere la richiesta, verrà rispedito a casa rapidamente. Non sarà così e rischiamo che aumenti il numero dei clandestini e degli accampamenti abusivi in giro per la città».(a.m)

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