«Siamo i moschettieri dei valori»
Il candidato de La Destra: ultimo baluardo della tradizione
BOLZANO. Alfonso Ponticelli è giovane, ma ha già fatto abbastanza politica per rivendicare «vengo dalla tradizione di An». Da dicembre è entrato a fare parte de La Destra, nella cui lista è candidato al numero 4, dopo Minniti, Bragadin e Pitzianti.
Quanti anni ha e qual è la sua attività?
«Ho 24 anni, vivo a Merano e sono uno studente lavoratore. Sono iscritto a Giurisprudenza. Alla ultime comunali mi ero candidato con il Pdl, questa è la prima volta che partecipo alle provinciali».
Perché ha aderito a La Destra?
«Giusto, magari potevo restare nel Pdl, partito più forte e strutturato. Non per interesse quindi. Ho abbastanza presente la tradizione di An per essermi accorto che il Pdl era diventato una scatola vuota, sia dal punto di vista politico che valoriale. Non ci ritrovavamo più. Quando a dicembre Mauro Minniti ha deciso di andarsene, l’ho seguito».
Cosa significa per lei essere di destra?
«Siamo orgogliosi di essere gli unici di destra, vale a dire né di centrodestra, come il Pdl, né di estrema destra, come Unitalia e CasaPound. Difendiamo la famiglia tradizionale e i nostri valori. Devo dire che in Alto Adige essere di destra ha una valenza speciale: significa difendere la nostra bandiera da attacchi ignobili, ricordare le vittime del terrorismo, tenere alte proposte come il mutuo sociale, per rendere più facile l’acquisto della casa».
Spesso nelle vostre polemiche prendete di mira gli stranieri, accusati di fare incetta di aiuti sociali. Non vi ponete il problema di alimentare un clima già intossicato?
«No, stiamo attenti a come ci muoviamo. Da parte nostra non arriveranno mai campagne contro i nomadi o gli stranieri in sé. Stiamo sui problemi: chiediamo che vengano modificati i criteri che assegnano agli stranieri il 40% degli aiuti sociali provinciali. Tra l’altro abbiamo iscritti marocchini e albanesi, con cittadinanza italiana, che la pensano esattamente come noi». (fr.g.)
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