«Siamo un Paese con la cultura delle autonomie»

Il discorso del presidente Mattarella Bressa: «Un riferimento chiaro e preciso»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. "Avanti con le riforme", ha esortato Mattarella. Avanti anche con quella del titolo V, dunque. Che tocca il futuro dell'autonomia. "Pronti" ha risposto Bressa, che di questo passaggio è lo snodo di un intenso traffico che scorre da mesi tra timori di provvisorietà, proposte sull'uso delle norme di attuazione come luogo per promuovere le competenze (Kompatscher e Rossi) e protocolli d'intesa per regolare le speciali e i loro rapporti con lo Stato. Ma, onorevole, il presidente non ha accennato alle autonomie...

«Ragazzi, solo chi non lo conosce poteva aspettarselo. Ha parlato con un respiro a cui non eravamo più abituati: la democrazia come solidarietà, l'imparzialità della sua funzione, la Resistenza e i suoi valori in contrapposizione col terrorismo e lo scontro di civiltà, la necessità di rilanciare la Costituzione riformandola...».

E l'Alto Adige?

«Lo conosco da trent'anni. Parla la storia personale e politica di Mattarella. E poi un passaggio, molto preciso l'ha fatto: quando ha parlato di una nazione con la cultura delle autonomie. E' la sua cultura».

Avanti con le riforme. Anche senza il ministro per le Regioni.

«Arriverà il nuovo tra due settimane. Intanto niente si ferma».

Resta sospesa, per il sottosegretario, la questione delle norme di attuazione come luogo in cui definire le materie delle competenze provinciali, aspetto molto condiviso dai due presidenti delle giunte provinciali di Bolzano e Trento, ma ci si confronterà, nei prossimi giorni, sulla questione del rapporto complessivo tra le speciali nei confronti dello Stato.

Tutte, non solo la trentino-altoatesina. Aspetto, invece, che sta molto a cuore a Bressa, che l'ha sottolineato anche nel convegno Pd di Bressanone. «Il titolo V si riforma tutti insieme, noi le altre speciali e Roma - ha ribadito ieri - oppure si rischia lo stallo. O di fare le cose a metà». Nelle prossime ore, il percorso proseguirà ("Lascio con fiducia la questione nella mani capaci di Bressa" aveva salutato la ministra Lanzetta) e il clima che si è creato tra Svp, Patt e Pd prima, durante e dopo l'elezione di Mattarella sembra favorire una ripresa dei colloqui su un piano molto più rilassato. Anche Zeller, in questi giorni, non ha mostrato segni di inquietudine al riguardo. «E' stato molto importante - ha detto il senatore- che il nuovo presidente abbia insistito in uno dei pochi paragrafi del suo discorso legati all'attualità politica, sulla assoluta necessità di rilanciare la costituzione, ma rinnovandola». È giudicato positivamente, negli ambienti Svp, proprio il fatto che Mattarella non abbia elaborato un passaggio specifico sul tema autonomia, lasciando alle forze politiche il compito di definire anche sulla riforma del titolo V le cornici di intervento. Quarantadue le interruzioni per applauso, ieri, in parlamento. Tra queste anche quelle della Biancofiore. «Se ho applaudito? Certo che sì. Ho apprezzato soprattutto il passaggio in cui il presidente si augurava di essere un arbitro imparziale. C'è bisogno di imparzialità dopo quello che ha combinato Renzi...». Michaela forzista senza se e senza ma eppure non più furiosa. Anzi. «Mattarella vuole tenere insieme il tavolo delle riforme. E questo è quello che vuole anche Berlusconi. Resta il mio no più deciso al metodo col quale si è arrivati all'elezione ma le parole che ha detto non sono contestabili». E poi non ha parlato di autonomie...«Bene, bravo! Ci mancava che mettesse il cappello su quello che sta succedendo. Meglio così. Quello che stanno preparando Pd e Svp sulla riforma del titolo V meriterebbe invece un bello stop di Mattarella. Ma, si sa, quella è materia che tiene in pugno Bressa e chissà dove ci porterà. Intanto in un bel mattarellum elettorale...». Intanto spera che Mattarella si scelga un segretario generale di area centrodestra: «Frattini sarebbe straordinario, anche per la sua cultura internazionale, ma ha già così tanti incarichi...».

Biancofiore e Mattarella, la simpatia che non t'aspetti. «Che tenerezza quando ha perso i fogli. E poi, pensateci io e lui abbiamo percorsi simili». In che senso, onorevole? "Tutti e due allontanati dalle nostre regioni dai nostri partiti, io in Campania e lui in Alto Adige. Brutti tempi».













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