Bolzano

Sicurezza, altre nove telecamere. Caramaschi: «Siamo già a 256»

Otto anni fa gli impianti di sorveglianza in città erano 66. Il sindaco: «Siamo pronti per l’installazione». Arrivano nuove panchine in piazza Mazzini. La polemica con la Provincia: «La pressione migratoria va suddivisa»



BOLZANO. Le forze dell'ordine aumenteranno i controlli in piazza Mazzini. È il risultato, come riferito sul giornale di ieri, della protesta dei residenti, della visita dell'assessora provinciale Ulli Mair e del suo colloquio con il questore Paolo Sartori. Ma sulla sicurezza il Comune non vuole essere da meno e annuncia l'installazione di altre telecamere.

Piazza Mazzini non è più dunque esclusivo terreno di frizione tra abitanti - degli interni - e nuovi frequentatori - dei suoi spazi esterni - visto il disagio che questi ultimi procurano ai primi, ma lo è tra Comune e Provincia. Polemizza infatti il sindaco Renzo Caramaschi: «Bene che la nuova assessora alla Sicurezza vada ad ascoltare i cittadini e poi chieda alla questura di intervenire, ma sarebbe anche auspicabile che desse risposta alle nostre continue richieste sui contingentamenti degli arrivi dei migranti a Bolzano».

Che si fa? Insistono dal municipio, ci si decide ad avviare un'accoglienza comprensoriale e non solo mirata al capoluogo di migranti e richiedenti asilo? E così ieri è partita una nuova lettera indirizzata alle assessore provinciali Ulli Mair (sicurezza) e Rosmarie Pamer (sociale), perché non si carichi solo su Bolzano l'intera pressione migratoria.

Poi i controlli sul terreno, inteso la piazza. Il comitato degli inquilini aveva infatti invitato Ulli Mair ad una suo riunione, l'altro ieri, proprio per manifestarle il senso di frustrazione per lo stato in cui versano i portici, la sala giochi, i loro stessi portoni che, la mattina, conservano gli spiacevoli ricordi della notte precedente.

I controlli del Comune

E il Comune che fa, sta a guardare? Pare di no. Sono apparsi così i numeri: nel 2023 sono stati effettuati dai vigili urbani 156 pattugliamenti in piazza Mazzini, a tutte le ore. Poi il sindaco rivela quelli degli ultimi mesi: «Dall'inizio dell'anno il totale degli interventi, sia su richiesta che per precisa disposizione del nostro comando sono stati già 59. Una cifra significativa, che certifica una attenzione specifica, al di là dei compiti precipui delle forze dell'ordine quando si tratta di reati».

Dall'opposizione intanto si chiede a gran voce un maggior utilizzo delle telecamere per il controllo del territorio. Sull'altro versante politico, invece, si ritiene che Bolzano sia una città troppo blindata, senza privacy.

Le telecamere

La realtà sta nelle cifre che il municipio ha diffuso ieri: prima del 2016 erano installate nella cornice urbana 66 telecamere, tra traffico e ztl. A marzo del 2024, cioè oggi, le telecamere in azione hanno raggiunto la cifra considerevole di 256. E adesso? «Siamo pronti per installarne altre 9, c'è solo da attendere la certificazione dell'avanzo per il finanziamento», anticipa Caramaschi.

Poi c'è la piazza, intesa come elemento di presenza architettonica. Negli ultimi mesi è stata ampiamente rigenerata, ripristinate le fontane e installato l'arredo urbano. Gli abitanti lamentano che le panchine sono diventate punto di ritrovo di persone che portano disturbo, sporcizia e disagio.

Il decoro

Dunque? «Intanto cambieremo le panchine. Ma la questione», osserva ancora il sindaco, «è che non possiamo scegliere chi vi si siede. Sono fatte per socializzare, se socializzano i clochard non è che ci mettiamo a chiudere parchi e piazze». E dunque il municipio chiede strumenti idonei o la loro applicazione da parte di chi può farlo: identificazione, possibilità di spostare altrove chi crea danni, fogli di via. Tutte situazioni che richiedono riforme di legge o interventi diretti delle autorità di polizia.

Anche l'assessore comunale al Sociale Juri Andriollo era più volte intervenuto su presenze non gradite dagli abitanti in piazza Vittoria e corso Libertà ma, osservava, «una volta allontanati poi se ne ristornano». Se non nello stesso luogo, magari più in giù. In piazza Mazzini, appunto. E la stessa operazione “strade sicure” che sta fornendo una forte deterrenza e contribuisce ad allontanare dal centro o da piazza Duomo lo spaccio, potrebbe indurre i frequentatori sgraditi di quei luoghi a spostarsi altrove. P.CA













Altre notizie

Attualità