Sicurezza, «coprifuoco» ai Piani

La pizzeria anticipa la chiusura alle 22, i residenti non escono la sera: «Siamo abbandonati»


di Alan Conti


BOLZANO. I Piani non sono sicuri e la percezione sta allungando visibilmente i tentacoli nella vita quotidiana di chi abita o lavora in questo rione. Dopo il furto nella sede del Gruppo Alpini sono tanti che tornano a chiedere più attenzione per questo lembo di città, articolato attorno a via Macello, in eterna attesa di una riqualificazione che si chiama “progetto Areale”. La situazione, nel frattempo, comincia ad avere conseguenze piuttosto tangibili. Franco Iannece, per esempio, è titolare della pizzeria Penegal da 25 anni ma da qualche tempo ha deciso di imporsi un coprifuoco in modo autonomo. Locale chiuso alle 22: non un’ora in più di porte aperte. «Io tengo alla frequentazione del mio ristorante - le sue parole - e tenere aperto più a lungo significa esporsi al rischio tangibile di acciogliere gente ubriaca, violenta o desiderosa di creare del caos. Per una bicchierata tra amici sono disposto a rimanere dietro al bancone, per una rissa certamente no. Ho clienti che, per esempio, venivano da me in bici dopo un film al Cineplexx, ma ora si sono scusati e non se la sentono più perchè hanno paura». Una sensazione che accompagna lo stesso Iannece. «Io cerco sempre di parcheggiare vicino alla pizzeria per non dover fare troppa strada al buio a tarda sera. Non può essere questa la normalità».

È duro anche Michele Sciortino che ai Piani abita da più di 40 anni. «La mia sensazione è di vivere in un rione totalmente abbandonato che risulta nella stessa Circoscrizione del Centro solo da un punto di vista formale». Sciortino fornisce anche una spiegazione sociale del fenomeno. «Purtroppo si tratta in larga parte di una zona della città che vive solo di giorno. Al di là del gruppo compatto di case nella zona della parrocchia, infatti, quasi tutti gli altri edifici si svuotano la sera. Una porzione di città animata alla luce del sole e spettrale a quella della luna». Come se ne esce? «Purtroppo sono abbastanza sfiduciato perchè è da tempo che queste riflessioni emergono ciclicamente. Forse ci vorrebbe un ragionamento infrastrutturale molto più ampio. Probabilmente siamo davvero troppo vicini alla ferrovia per auspicare qualcosa di diverso».

L’istituzione più vicina agli abitanti, in questo caso, dovrebbe essere proprio la Circoscrizione. Voce in capitolo, dunque, dovrebbe averne anche la presidentessa Irene Weiss che, tuttavia, sceglie di dire e non dire. «Abbiamo fatto poco tempo fa un sopralluogo con gli assessori che sarà propedeutico a una serata di confronto con i residenti. Abbiamo deciso alcuni interventi che potranno aiutare sopratutto la zona del Premstallerhof, ma anche di piazza Franzoi». Quali è impossibile saperlo. «Non anticipiamo nulla prima dell’incontro pubblico». Ancora nessuna data, comunque, è stata fissata.

Chi abbina il mondo dei residenti con quello della Circoscrizione è Antonella Schönsberg, consigliera cresciuta ai Piani. «Purtroppo ci troviamo davvero in un rione che viene spesso dimenticato o sottovalutato. È vero, per esempio, che il problema della prostituzione è collegato a norme nazionali più difficili da modificare, ma basterebbe aumentare l’illuminazione per scoraggiare i clienti e mettere un bastone tra le ruote a questo tipo di mercato. Sarebbe il caso, inoltre, di fare una riflessione anche sui flussi del traffico visto che alcuni autobus che prima transitavano per Rencio sono stati dirottati proprio ai Piani. Non vogliamo una lotta tra poveri, ma si poteva pensare a qualcosa di diverso. Va affrontato, infine, il problema dei tanti edifici vuoti che nessuno rileva o riqualifica. Non possiamo aspettare l’Areale per risolvere tutte le problematiche di un rione che chiede aiuto».

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