Sigarette “fantasma”, l’ira dei tabaccai

Protesta nelle rivendite bolzanine per le restrizioni che impongono pacchetti nascosti alla vista. «Così falliamo tutti»


di Davide Pasquali


BOZANO. Rendere tutte le sigarette uguali per sapore e gusto; nascondere i pacchetti dietro scansie coperte alla vista del pubblico; togliere marchio e logo rendendo il pacchetto neutro, di colore olivastro, riempiendolo per intero con immagini choc. Sono le intenzioni dell’Ue annunciate dalla Direzione generale della salute e tutela dei consumatori della Commissione europea. «Ci vogliono rovinare, le nostre vendite crolleranno dell’80%, come accaduto in Danimarca e Australia. Il numero di fumatori però non diminuirà, perché verrà rilanciato il contrabbando». A parlare è il presidente altoatesino dei tabaccai Simone Sgaravatti Manfrin. Ieri i rivenditori altoatesini hanno aderito in blocco all’azione di protesta indetta a livello nazionale dalla Federazione italiana tabaccai. In tutti i negozi bolzanini è stato esposto un cartello: “Bruxelles nuoce inutilmente alle nostre aziende e rilancia il contrabbando”. «Se passerà questa idea folle - spiega il presidente altoatesino Sgaravatti - non potremo più esporre liberamente le sigarette e i bolzanini non potranno più scegliere liberamente cosa fumare». I tabaccai dovranno nascondere tutti i pacchetti di sigarette dietro anonimi scaffali, che non permetteranno di vedere e di decidere cosa si voglia comprare. Tutti i pacchetti saranno standard, senza logo o marca, e, così sintetizzano i tabaccai, «porteranno immagini ributtanti per terrorizzare la clientela». Una volta aperto il pacchetto, non si potrà riconoscere il tal prodotto, «perché, ormai, sarà privo di gusto».

L’Ue, sostengono i rivenditori di tabacchi, «vuole criminalizzare e preferisce nasconderci piuttosto che investire nella prevenzione e nell’informazione». L’Europa della democrazia «vuole privare i propri cittadini della libertà di scegliere il proprio stile di vita e interviene sulla sfera privata di ciascuno». Questa Europa, si prosegue, «spalanca le porte al contrabbando e alla contraffazione, che alimentano la criminalità organizzata e causano la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro».

Come spiega il presidente altoatesino dei tabaccai, «la vendita di sigarette, assieme al gioco, rappresenta il maggiore introito di una rivendita. Le sole sigarette si può stimare pesino per il quaranta o cinquanta percento sugli incassi totali. Abbiamo il timore che, se una tale follia dovesse entrare davvero in vigore, potremmo perdere fino all’80% delle entrate derivanti dalla vendita di sigarette. Per noi sarebbe una rovina, specialmente in questo periodo di crisi economica che, ovviamente, sta colpendo anche noi e i nostri clienti».

Per ora si tratta solo di una proposta, di cui fino ad oggi si sapeva poco o nulla, «perché come federazione tabaccai abbiamo tentato una lunga mediazione, che però non ha portato frutti». L’azione lanciata in questi giorni a livello nazionale «speriamo possa servire a far innestare la marcia indietro ai burocrati della Commissione europea». All’Ue non si renderebbero infatti conto che «questa misura non farebbe diminuire il numero dei tabagisti, mentre farebbe di certo decollare il mercato di contrabbando». Mercato nel quale «si vendono sigarette di cui non si conosce né la provenienza né la composizione. Per la salute dei cittadini europei non sarebbe certo un bene».

I tabaccai, sostiene il presidente, «quando è stato introdotto l’obbligo delle scritte di avvertimento sui pacchetti non si sono opposti, come non ci si è opposti al divieto di vendita ai minori di 16 anni. Anzi, eravamo contenti di poter contribuire a una sana crescita dei ragazzi. Ora pare si voglia portare il limite a 18 anni: bene, siamo d’accordo. Ma questa follia, delle sigarette tutte uguali, nascoste alla vista, con lo stesso sapore, con i pacchetti tutti uguali e ricoperti di immagini e scritte terrorizzanti, no, proprio non possiamo dirci d’accordo». L’azione di ieri è stata solo il primo passo.

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