Sill, i tecnici avevano avvertito del pericolo

Già nel 2007 i geologi comunali segnalarono le loro perplessità per la sempre maggiore frequenza delle frane


di Davide Pasquali


BOLZANO. Caso Sill, le opposizioni in consiglio comunale si stanno dannando l’anima per fare luce su una vicenda che appare sempre più nebulosa. Dopo i rilievi sul piano economico e finanziario, pubblicati ieri dal nostro giornale, è la volta delle questioni geologiche. I consiglieri comunali Pdl Paolo Bertolucci e Alberto Sigismondi hanno consultato, come in loro diritto, il carteggio comunale al riguardo e ne relazionano.

«È da sempre - spiegano i consiglieri - che ci sono movimenti franosi in quella zona. Negli ultimi anni la situazione è anche peggiorata». Prova ne sia il fatto che «il Comune di Renon ha modificato la stradina comunale di accesso alle abitazioni della località Castel Novale». Una volta era la forestale che passa davanti al palazzetto del ghiaccio, ora la strada nuova passa a qualche decina di metri a monte dell’impianto.

«È dal 2007 in particolare che annualmente avvengono distacchi di massi dalle pareti rocciose con dimensioni sempre più preoccupanti». Lo evidenziano persino i dirigenti delle squadre che utilizzano l'impianto «ed è nero su bianco nelle relazioni dei tecnici comunali di Bolzano anche se non competenti per territorio».

Ma di chi è la competenza sulla verifica e la manutenzione delle pareti rocciose in quella zona? Come da disposizioni provinciali, la competenza ricade sul Comune competente per territorio; in questo caso sul municipio di Renon.

«Ma - sostengono Bertolucci e Sigismondi - il Comune di Renon, come più volte evidenziato, non ha mai avuto e non ha l'interesse a spendere suoi soldi pubblici per mettere a posto quella zona».

È dai colloqui che sono intercorsi tra i tecnici di Renon «e una figura importante della giunta bolzanina, senza mai informare il consiglio comunale e le commissioni competenti, che ci si è accordati sul fatto che Bolzano (guarda caso) dovesse assumersi l'incarico e l'onere di provvedere alla messa in sicurezza della zona. Con tanto di documento scritto!».

E il sindaco, attaccano, «ha una idea proprio strana di quello che significa “mettere in sicurezza”».

La strada di accesso al palazzetto della Sill, chiariscono i consiglieri Pdl, «risulta essere “non collaudata” ed il cartello con la scritta: “transito a proprio rischio” indica chiaramente la situazione di pericolo».

E il parcheggio? Non è tale. «In realtà si tratta di una “zona adibita a parcheggio”, perché si trova in zona alluvionale nell’alveo del torrente Talvera, soggetta spesso ad allagamenti. Quindi, nessuno si sognerà mai di inserirlo urbanisticamente come invece in realtà viene utilizzato».

I tecnici comunali, prosegue il dossier del Pdl, «segnalano con sempre maggiore frequenza la pericolosità dell’intera area e di pari passo le loro perplessità circa il mantenimento della sicurezza delle persone che la frequentano. Basti vedere le loro relazioni dal 2007 ad oggi».

I dirigenti, i giocatori, i genitori dei bambini che giocano a Castel Novale, ribadisce il Pdl, «dicono che è da molti anni che vivono in apprensione ogni volta che si recano in quel posto; dicono che dopo quanto accaduto due domeniche fa non vogliono più mettere piede su quella pista ghiacciata».

Ci sono persone adulte «che dopo lo scampato pericolo si sono messe a piangere». Ci sono i bambini «che vivono ancora oggi nell'angoscia per quanto accaduto e lo evidenziano appena si presenta loro l'occasione, come ad esempio in un tema a scuola, che ci siamo premurati di distribuire in copia a tutti i consiglieri comunali, perché si rendessero conto».

C'è chi sta scrivendo a sindaco e vicesindaco «senza avere ancora risposta», cercando di far capire che «stanno sottovalutando la situazione». C'è chi si sta mobilitando «facendo una raccolta di firme per chiedere una soluzione nuova, alternativa a quella che oggi si prospetta. Prima che...».

In conclusione: «Per noi la sicurezza dei nostri cittadini è la prima cosa da valutare e ci pare proprio che finora, su questo aspetto, non sia stato fatto nulla di concreto».

Altro che, come dice Ladinser, “apriremo tra 4 giorni”. «La struttura di Castel Novale va abbandonata a se stessa, ricercando in ambito cittadino una soluzione nuova, che garantisca raggiungibilità e sicurezza». Nel frattempo «si possono studiare soluzioni alternative come ad esempio sfruttando di più la Pista Zero di via Genova o facendo una convenzione con il nuovo impianto per il ghiaccio che sta sorgendo a Terlano, più facilmente raggiungibile rispetto a Castel Novale».

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