Sinigo, niente esplosivo sul costone della frana

Dietrofront sulla soluzione drastica per paura delle ripercussioni economiche. Verso la rimozione manuale delle pietre più pericolose


di Ezio Danieli


MERANO. A distanza di tre mesi la situazione dopo la gigantesca frana caduta in zona produttiva a Sinigo è ancora irrisolta. Dall'alto, ogni tanto, cade qualche masso. Per ora innocuo. Ma c'è il rischio, elevato, che prima o poi possa franare l'intero costone che è monitorato 24 ore su 24.

Ancora non è stato deciso come proteggere in via definitiva l'area produttiva che ha già subito gravissimi danni (il centro di riciclaggio è inutilizzabile, il negozio della multinazionale danese è ancora chiuso) a seguito della frana di quasi 10 mila metri cubi di materiale roccioso. «La situazione a Sinigo è del tutto particolare - dice il geologo provinciale Volkmar Mair che segue il problema - perché non c'è lo spazio sufficiente per costruire un vallo di protezione. Avevamo pensato di far brillare il costone roccioso e risolvere in maniera definitiva la questione. Ma vi sono problemi giuridico-legali da risolvere e la cosa non è semplice. Adesso stiamo ragionando su una seconda ipotesi». L'ufficio geologia della Provincia sta pensando di intervenire manualmente per eliminare almeno le principali situazioni di pericolo.

«Con le esplosioni - continua Mair - finiremo per creare una serie di possibili ripercussioni soprattutto sul capannone della ditta di mobili, intervenendo manualmente almeno questi problemi li potremmo evitare. Noi, come ufficio geologia, le prospettive le abbiamo indicate: spetta agli uffici provinciali, d'accordo con il Comune, darci le indicazioni che considerano le migliori». A distanza di tre mesi però la situazione non è cambiata. Il rischio di cedimento del tetto nella parte alta del costone con trascinamento a valle del torrione sulla destra del tratto di parete è sempre elevato.

«La frana di Sinigo - dice ancora Mair - è del tutto particolare. Prima bisogna risolvere i problemi giuridico legali e poi si potrà intervenire. Diciamo che rispetto all'ipotesi di far brillare l'intero costone, adesso ha preso piede la possibilità di una bonifica parziale che dovrà essere fatta a mano con operai specializzati. Una soluzione che stiamo valutando con grande attenzione sperando di poterla mettere in pratica. Ma i tempi sono ancora lunghi».

Intanto il negozio della multinazionale danese - che continua ad essere chiuso - sta valutando la possibilità di trasferirsi su spazi che sarebbero disponibili in zona industriale a Lana.













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