Sinistra e Gennaccaro chiudono la sede

In vendita parte dei locali Svp in via Brennero. Biancofiore paga ancora lo spazio di piazza Vittoria, non più utilizzato


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Il Pd, sfrattato per debiti dalla sede di piazza Domenicani, rinuncerà al personale, conservando forse il circolo di via Resia come punto di appoggio per le riunioni. È la fine di un’epoca e lo specchio di una politica che deve bastare a se stessa, sparito il finanziamento pubblico ai partiti. Si sta a galla con le donazioni di eletti e sostenitori, con gli (scarsi) introiti del due per mille, con le tessere, fenomeno sempre più marginale, visto che perfino il gigante Svp è sceso a 35 mila iscritti, moltissimi, ma fino a pochi anni fa erano 50 mila. Ma non basta il web per fare politica. Così movimenti e partiti locali si organizzano, ci provano o hanno rinunciato a farlo. La Svp resta il partito più ricco e radicato, ma il debito di oltre 4 milioni (tra l’altro accumulato nel periodo della prosperità) provoca la politica di tagli cui sovrintende Herbert Dorfmann. Si vendono i gioielli di famiglia, ci si restringe, si agevola l’uscita del personale (organico ridotto ormai a circa dodici persone, tra Bolzano e periferia). Venduto il bar, è stata messa sul mercato una porzione della sede di via Brennero. I pochi dipendenti rimasti utilizzeranno un piano, mentre l’altro verrà venduto. È stata ceduta da tempo la sede di Brunico. La Svp però non rinuncia al territorio. Riassume Dorfmann: «Teniamo uffici in affitto o punti di appoggio a Vipiteno, Bressanone, Brunico, Merano, Silandro ed Egna, con impiegati che coprono interi comprensori». Grazie al finanziamento dei numerosi eletti in consiglio provinciale e nei Comuni, la destra tedesca di Freiheitlichen e Stf riesce a garantirsi proprie sedi (a Terlano e Bolzano).

La sinistra si è arresa. Ha chiuso il piccolo spazio con vetrina di via Milano, nato come sede di Rifondazione comunista e rilanciato durante le elezioni comunali come casa di tutta la sinistra, anche Sel. «Costava poco, ma senza eletti, assessori o consiglieri, è difficile trovare anche 700 euro al mese», racconta l’ex assessore Luigi Gallo. La sinistra al momento resta alla finestra. In vetrina stava anche «Io sto con Bolzano», la lista civica di Angelo Gennaccaro. È stato chiuso anche quello spazio arancione in via Torino, utilizzato come comitato elettorale da Gennaccaro, ora assessore comunale. Raggiunto lo scopo, chiusa la sede? Gennaccaro racconta che quella sede è servita eccome: «Il lavoro nel quartiere è servito. In quella zona, con la trasparenza della vetrina, abbiamo raccolto idee e più voti che nel resto della città. Stiamo pensando di aprire qualcosa in un altro quartiere». Partito del web per eccellenza, il Movimento 5 Stelle, ormai cresciuto (sei consiglieri eletti a Bolzano, un consigliere provinciale, eletti a Laives e Merano) ha una sede in piazza Vittoria utilizzata per le riunioni e aperta al pubblico solo per il progetto «Sos Equitalia». In due mesi, riferisce Paul Köllensperger, a«Sos Equitalia» si sono rivolte 14 persone chiedendo di analizzare importi per 900 mila euro. Nel centrodestra, sparita da tempo la storica sede di via Locatelli, sopravvive l’ufficio di piazza Vittoria, ma inutilizzato, monumento alla litigiosità di quell’area politica. L’affitto viene pagato dalla deputata Michaela Biancofiore di Forza Italia, che al momento è l’unica frequentatrice di quei locali. «La uso come mia segreteria politica, non riesco a liberarmi di quelle stanze, che contengono la mia storia politica», conferma Biancofiore, che tiene la porta aperta: «Le chiavi sono a disposizione di tutto il centrodestra». L’invito finora è caduto nel vuoto. Alleanza per l’Alto Adige, il movimento di Giorgio Holzmann ed Enrico Lillo, è in cerca di spazi. «Vogliamo aprire qualcosa. Per risparmiare potremmo condividere gli spazi con qualche associazione o movimento politico. Anche con il Pd, se vogliono... ». Chiuso il comitato elettorale del candidato sindaco Mario Tagnin in viale Europa, Uniti per Bolzano e Alto Adige nel cuore per le riunioni affitta spazi comunali, come la gettonata sala Fronza di via Dalmazia. CasaPound, che punta su militanza e presenza nei quartieri, di recente ha raddoppiato: alla sede di via Cesare Battisti ha aggiunto uno spazio a Oltrisarco.

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