Slot, i gestori calano del 70% Nel 2013 erano 227, ora sono 69

I dati dei Monopoli di Stato. Il direttore della gestione tributi: «Ogni anno persi milioni di euro» Il gioco d’azzardo si sposta dal legale all’illegale: proliferano i totem che sfuggono all’Erario


di Davide Pasquali


BOLZANO. Il vicesindaco Ladinser, che da un anno e mezzo sponsorizza l’operazione, ne sarà lieto: l’offensiva portata da Bolzano contro il gioco d’azzardo nei bar ha avuto il suo primo reale effetto: in città il giro d’affari - legale e ufficiale - legato a slot e videolottery è crollato del 70%. Se nel 2013 gli iscritti al registro dei Monopoli di Stato erano 227, oggi ne restano solo 69. Con un relativo crollo delle entrate erariali, stimabile in diversi milioni di euro l’anno. E i gestori di macchinette bolzanini ora avvertono: l’azzardo non è calato, visto che sempre più bar installano i totem, le cui vincite però sfuggono all’Erario, mentre i tabacchini hanno moltiplicato slot e vlt.

Mentre in parlamento, in commissione affari sociali, continua l’attività dei politici impegnati nella campagna a tutela dei giocatori vulnerabili e dell’ordine pubblico, il maggiore sito italiano specializzato in azzardo, www.jamma.it, fornisce i dati di quello che viene definito il flop del proibizionismo nei giochi. Non sono chiacchiere, ma le esternazioni del direttore centrale della gestione tributi e monopolio giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Fanelli. “A Bolzano le slot sono state vietate e i bar si stanno riempiendo di pc collegati a siti per lo più illegali. Con il gioco legale conosciamo i singoli attori della filiera, senza controllo non abbiamo conoscenza né tutela per nessuno». Infatti, proprio a Bolzano, nel 2013 erano 227 gli iscritti al Ries, l’albo nazionale dei noleggiatori e dei gestori di macchinette. Oggi ne sono restati soltanto 69. Tradotto, il reddito di 158 aziende bolzanine si è ridotto. E il contributo che portavano al Fisco in forma di Preu, il prelievo erariale unico - il cui 90%, grazie all’Autonomia, rientrava in Provincia di Bolzano - è perso definitivamente, così come è sicuramente ridotto l’importo conseguente le imposte sul reddito di queste aziende. “Quante persone avranno perso un posto di lavoro”, scrive il sito specializzato, “è facile da immaginare”. Ma dallo scorso anno “non sono certo diminuiti i giocatori, almeno certamente non tanto da giustificare questa riduzione dell’offerta legale, così è altrettanto facile dedurre che il gioco clandestino o in difetto di autorizzazione ha riempito le posizioni lasciate vuote dagli operatori legali”. Che il fenomeno esista, è confermato da diverse indagini portate avanti negli ultimi mesi da questura e finanza. Svanite le macchinette dai bar, si sono moltiplicate nei tabacchini - c’è chi in città ne ha installate fino a otto-dieci - mentre si stanno moltiplicando i cosiddetti totem, grazie ai quali non si puntano monetine bensì banconote. E lo si può fare su siti web esteri, che sfuggono all’Erario. Mentre nel resto della Provincia, sull’esempio di Bolzano, si sta dando un giro di vite sulle slot nei bar, in città emergono, inequivocabili, diversi problemi concreti. Di cui la politica dovrà dare ragione.

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