Slot sponsor dei ragazzi: ritirate le felpe

Admiral ha fatto un passo indietro: «È stato un errore del fornitore: ridaremo agli under 14 maglie senza la nostra scritta»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Ritireremo subito le felpe con il marchio Admiral che erano state donate ai giocatori dell’Under 14 dell’Hockey Club Bolzano e consegneremo loro maglie nuove senza marchio», la promessa è del responsabile dell’Adria Gaming srl, che ieri ha spiegato all’Alto Adige le ragioni della gaffe che aveva scandalizzato tutto il mondo dello sport e della politica locale. «L’errore - si legge nella nota diffusa ieri dall’Adria Gaming - è stato commesso dall’azienda fornitrice, che ha inserito per un’incomprensione sulle felpe la scritta Admiral Club».

Per la società bolzanina, che lavora nel settore del gioco d’azzardo, si tratta di una “svista” scusabile per una serie di motivi. «Admiral Club è sponsor di una trentina di società sportive ed è presente in varie discipline: dal calcio al tennis, dalla pallavolo all’hockey su ghiaccio. Soprattutto per quanto attiene le squadre giovanili sponsorizziamo l’abbigliamento ma negli ultimi quattro anni non abbiamo mai inserito il nostro logo».

Se la versione è davvero questa resta difficile capire come mai, in questa occasione, il logo (a differenza di tutte le altre volte) sia stato stampato. Forse il fornitore - posto che l’errore sia stato effettivamente di quest’ultimo - era convinto che quelle felpe potessero andare ad una squadra di adulti. Ma anche in questo caso sembra un’ipotesi piuttosto remota, anche perché le taglie dei ragazzini dell’Under 14 non sono certo simili a quelle di una squadra junior o senior. La Adria Gaming srl, nella sua replica, non rinuncia a sottolineare come difficilmente, al giorno d’oggi, molte squadre riuscirebbero a fare a meno dei quattrini delle sale da gioco per coprire spese e investimenti. Fatto, quest’ultimo, che dovrebbe comunque far riflettere. «È innegabile l’importanza degli sponsor, che consentono soprattutto di far crescere in casa nuovi campioni ed è altresì innegabile la presenza in tutto il mondo dello sport di grande aziende del mondo del gioco».

Quest’ultima considerazione, almeno in parte, è sicuramente vera. Ma si trascura il fatto che in questo caso si parlava di una squadra di ragazzini, i cui giocatori si saranno chiesti in che tipo di attività era impegnato il loro “sponsor”. Stupisce, ancora di più l’atteggiamento di una parte dei genitori che ha preferito lasciar correre, al pari della società di appartenenza. Che non ha nemmeno preso posizione. Ci sono poi leggi molto chiare che, nel caso dei minori, vietano la sponsorizzazione. Certo, non si capisce bene chi debba applicare le sanzioni. È doveroso e giusto, in ogni caso, che Admiral abbia fatto un passo indietro dimostrando buon senso.

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