Soldi alle speciali: «affare» da 1,5 miliardi

La trattativa con Roma si è arenata sul metodo. Kompatscher: «Lo Stato ritiene che il residuo fiscale ci premi troppo»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Bolzano e Trento - tra patto di stabilità, riserve all'erario e accantonamenti - devono mettere da parte oltre 1,5 miliardi di euro l'anno. Una cifra che le due Province ritengono eccessiva e che vorrebbero riuscire sensibilmente a ridurre. Anche per questo i due governatori Kompatscher e Rossi avevano programmato per l'inizio della scorsa settimana una tre giorni a Roma, con il preciso obiettivo di tentare di risolvere - d’intesa con i funzionari statali - la partita del finanziamento alle Regioni e alle Province a stututo speciale. Il Friuli di Debora Serracchiani ha già fatto intendere a chiare lettere di essere disposto a fare fronte unico. L'intenzione era di chiudere la trattativa prima sul piano tecnico e poi, al termine di 72 ore serrate, di chiudere il discorso con un accordo sul piano politico. «Il nostro obiettivo - sottolinea il presidente della Provincia Arno Kompatscher - è quello di raggiungere un accordo che porti alla chiusura delle vertenze in corso, con un metodo di calcolo sicuro, da adottare a prescindere dal Governo in carica». Ciò consentirebbe, sottolinea il segretario generale della Provincia e direttore della ripartizione Finanze Eros Magnago, di «programmare i bilanci».

Il metodo di calcolo. Il problema è che Governo e Province non si sono trovate d'accordo sul metodo, quello del residuo fiscale, tanto da non aver neppure calendarizzato i prossimi incontri. Per il ritiro delle vertenze pendenti, tra l'altro, c'è tempo solamente fino al 30 giugno. Il margine di manovra è, dunque, piuttosto risicato. Ma nessuna delle due parti, almeno finora, ha fatto intendere di voler arrivare al braccio di ferro. «Lo Stato ritiene - sottolinea Kompatscher - che il metodo del residuo fiscale sia troppo premiante per noi. E ora attendiamo di capire se proseguiremo su questa strada o se invece le trattative si sposteranno su un altro binario». Solitamente a convocare le parti è il ministro agli affari regionali Maria Carmela Lanzetta, ma a coordinare i lavori è il sottosegretario Gianclaudio Bressa, che conosce bene la realtà locale.

Come risanare i conti. La Province di Bolzano e Trento, in sostanza, ritengono sia giusto concorrere al risanamento del bilancio dello Stato ma hanno qualche perplessità sul fatto di dover finanziare «tutte le altre manovre, come il bonus Irpef di 80 euro voluto da Renzi, che non vanno sicuramente ad incidere sull'abbattimento del debito». Una cosa sono gli eventi eccezionali (calamità, emergenze ecc.), mentre altra cosa sono le misure che i Governi che via via si succedono propongono con gli scopi più disparati, ma senza incidere sul debito. «Le cifre, certo, sono importanti - ammette il segretario generale Magnago - ma prima dobbiamo fare chiarezza sul metodo».

L’alternativa possibile. Ecco allora che Bolzano e Trento stanno cercando di capire dove andrà a parare il Governo. Potrebbe abbandonare il metodo del residuo fiscale (che è la differenza tra tutte le entrate - fiscali e di altra natura - che le amministrazioni pubbliche prelevano da un determinato territorio e le risorse che in quel territorio vengono spese) e optare, ad esempio, per i parametri fissati da Maastricht. Nessuno, almeno adesso, sembra voler pigiare sull’acceleratore o fare dichiarazioni che in qualche modo potrebbero compromettere la trattativa. Ma, di sicuro, siamo in una fase di stallo. Bolzano e Trento sanno, però, cosa manca a bilancio. Un miliardo e mezzo di euro in meno nel 2012, un altro miliardo e mezzo di euro in meno nel 2013. L'obiettivo è dunque quello di riuscire a correggere la rotta il prima possibile, con un metodo che possa essere adottato anche nel lungo periodo. A prescindere dalle "bizze" del Governo di turno. Sembra difficile, però, trovare la quadra in un mese.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità