Solland, valanga di critiche su Rösch

Il sindaco ha auspicato chiusura e altri progetti. Reazioni dure da Micheli (Pd), Balzarini (Civica), Urzì (Alto Adige nel cuore)


di Giuseppe Rossi


MERANO. L'idea del sindaco Paul Rösch di cogliere l'apertura del fallimento della Solland Silicon per azzerare la fabbrica di silicio e ripartire con progetti nuovi nell'areale industriale lungo la via Bolzano scatena una montagna di critiche, dentro e fuori la maggioranza.

Il primo ad allontanarsi dalla posizione di Rösch era stato l'assessore Nerio Zaccaria, favorevole alla ricerca di un nuovo investitore capace di rilanciare lo stabilimento. Ieri sono arrivate le reazioni del segretario meranese del Pd Paolo Micheli, di Giorgio Balzarini della lista civica e del consigliere provinciale Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), che ha anche presentato un’interrogazione urgente al presidente Arno Kompatscher.

“Dopo aver appreso dalla stampa e dall'intervista televisiva rilasciata dal nostro sindaco sul fallimento Solland Silicon – scrive Paolo Micheli, segretario Pd - pur comprendendo i suoi giustificati timori sulla sicurezza dell’impianto e la necessità di un prossimo rinascimento industriale di Merano, ci dissociamo come Partito Democratico per l'assoluta mancanza di sensibilità da parte del sindaco. Irrispettoso della storia dello stabilimento di Sinigo, ma soprattutto privo di alcun riguardo per tutto quanto la fabbrica abbia rappresentato per il nostro territorio. In termini di lavoro, di appartenenza e di identificazione per le centinaia di famiglie che ci hanno lavorato e contribuito con il loro operato allo sviluppo della nostra città e non solo per loro. Merano non è solo mercatini, fiorellini e ristorantini, Merano è anche industria. Prima di abdicare si deve fare ogni tentativo per salvaguardare l'occupazione, i saperi e i 90 anni di storia del comparto. I 90 anni dello stabilimento non saranno i 700 di Merano, ma sono quelli che più dovrebbero interessarci”.

A rincarare la dose ci pensa Giorgio Balzarini. “Le dichiarazioni del sindaco Rösch sono inaccettabili e pericolose. La sua soddisfazione sul fallimento della Solland Silicon – scrive Balzarini - fa ben capire che questo sindaco, che si autoproclama sindaco di tutti, non solo non ha a cuore le sorti di centinaia di persone, ma non ha capito nulla della storia della “fabbrica di Sinigo”. Il sindaco prende in giro i lavoratori dicendo che non devono lamentarsi perché la disoccupazione a Merano è quasi nulla e che il Comune ha messo a disposizione denaro per costituire nuove attività imprenditoriali. Il sindaco non ha mai pensato di coinvolgere i nostri senatori e deputati. Rösch ha una visione così miope che vede solo i potenziali pericoli e non uno sviluppo sociale, ambientale ed economico con prodotti di altissimo livello in un settore che i Verdi dovrebbero essere i primi a sostenere. Con quelle dichiarazioni il sindaco affossa ogni sviluppo nella realizzazione di energia alternativa. Mese dopo mese questo sindaco sta sempre più mettendo in difficoltà la nostra città. Spende più energie nel vietare i fuochi d’artificio a Capodanno per lanciare bianchi palloncini, che sulle cose che hanno veramente importanza e sostanza. Il fallimento non è ancora la fine di tutto, ci sono ancora possibilità in un nuovo investitore. Mi auguro che questo fallimento possa comunque portare qualche impresa seria a intravedere una possibilità di sviluppo e ripresa dell’attività lavorativa”.

Il primo a uscire allo scoperto era stato Alessandro Urzì: “Un sindaco che non sta dalla parte dei suoi cittadini e si lascia andare a simili esternazioni rappresenta una bruttissima pagina per la città di Merano. Le dichiarazioni di Paul Rösch – scrive il consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore - sono frutto di un ambientalismo sommario e di facciata e non tengono conto della realtà meranese che ha sempre potuto contare sui livelli occupazionali garantiti dalla fabbrica di Sinigo. Il primo cittadino, invece di fare dichiarazioni che lasciano l’amaro in bocca alle maestranze già duramente provate da anni di difficoltà, dovrebbe attivarsi per reperire soluzioni atte a rilanciare l’impianto di Sinigo verificando se vi siano acquirenti affidabili sul mercato e se vi siano produzioni industriali alternative a cui convertire gli impianti. La chiusura degli stabilimenti di Sinigo avrebbe un impatto catastrofico sul tessuto sociale e sull'economia locale. Ci aspettiamo che la maggioranza che amministra Merano prenda le distanze dal sindaco”.

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