Sono a rischio di sfratto 24 inquilini del Comune

Si tratta di famiglie che avevano ricevuto un alloggio pubblico a canone sociale Da almeno due mesi non pagano gli affitti e ora partono i solleciti di pagamento



MERANO. Non sono solo due gli inquilini che rischiano lo sfratto esecutivo per non aver pagato il canone di locazione al proprietario, il Comune di Merano.

Nei giorni scorsi, l'assessore al patrimonio Nerio Zaccaria, rispondendo a una interrogazione presentata dal Pd, ha presentato una situazione più preoccupante. A fine dicembre, i casi di inquilini morosi con almeno due canoni mensili d’arretrato sono 24.

Si presume, anche se questo la comunicazione non lo dice, che si tratti di famiglie che si trovano in difficoltà e che per questo a suo tempo avevano ricevuto un alloggio pubblico a canone sociale.

In questi casi, l'amministrazione comunale provvede a inoltrare tre solleciti di pagamento all'inquilino a distanza di qualche settimana l'uno dall'altro e nell'ultimo invio viene annunciato lo sfratto.

Nella risposta fornita dall’ufficio patrimonio, si specifica che, contestualmente all'avvio della richiesta di pagamento degli arretrati, della pratica vengono informati gli assistenti sociali del comprensorio e l'ufficio di assistenza economica del Burgraviato, al quale normalmente le famiglie in difficoltà si rivolgono per ottenere un sussidio con il quale fare fronte al pagamento almeno parziale dell’affitto.

Nel caso dei 24 canoni di locazione non riscossi, nessuno degli inquilini ha accettato di predisporre un piano di rientro concordato. Questa possibilità viene sempre offerta all’inquilino per evitare l'ulteriore aggravarsi della sua situazione economica.

RICHIAMO. Si conclude con due richiami verbali, il più basso dei provvedimenti disciplinari sulla scala che può arrivare fino al licenziamento in seno agli enti pubblici, la vicenda che un paio d'anni fa ha portato al licenziamento dei tre dipendenti che si occupavano della manutenzione dei campi sportivi della città.

Il fatto a quel tempo aveva suscitato grande clamore, in quanto difficilmente all'interno di un'amministrazione pubblica si arriva a un provvedimento di tale gravità: il licenziamento in tronco.

E chi avrebbe dovuto sorvegliare? Questa la domanda che per molto tempo a livello politico, ma anche nell'opinione pubblica, circolava senza una risposta. Ora a rispondere è l'assessore al personale Carmelo Genovese, a seguito di una interrogazione del Pd. "Nei confronti del responsabile del servizio ambiente, sport e tempo libero – si legge nel testo – e della direttrice dell'ufficio gestione del verde e ambiente, il segretario generale in seguito a verifica interna ha ritenuto opportuno formulare un richiamo verbale". (rog)

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