«Sono amico di sua figlia» Così i ladri entrano in casa

A Gries anziani avvicinati da una coppia che millanta conoscenze familiari Una volta nell’appartamento hanno chiesto informazioni sui sistemi di sicurezza


di Alan Conti


di Alan Conti

BOLZANO

«. Ma sì, sono amico di sua figlia: Francesca». O Giorgia, Barbara, Sandro oppure Lorenzo. L’importante sia il nome giusto. È la frase più utilizzata da alcuni malviventi per farsi aprire la porta di casa da alcuni anziani per concedersi nuna perlustrazione gratuita e, chissà, molto utile in futuro.

Il racconto arriva direttamente da una lettrice della zona di piazza Gries che illustra una situazione quasi paradosssale. «Questo è quanto accaduto l’altro ieri ai miei genitori, rispettivame nte di 83 e 91 anni che abitano da soli. Ieri mattina, mentre mia madre rientrava a casa in zona Gries a Bolzano è stata fermata da una donna di circa 50 anni, corporatura normale, bassa statura, capelli scuri lisci, che era in compagnia di un ragazzo di circa 20-25 anni, molto alto (circa 1,90), capelli scuri, corti e che presentava come suo figlio.

La donna, fingendo di conoscere molto bene me e mia madre e facendo anche il mio nome di battesimo, sosteneva che io l’avessi invitata ad andare a visitare l’appartamento dei miei genitori per trarne spunto per la ristrutturazione di casa sua.

Mia madre, pur non conoscendo le persone in questione, ma, probabilmente, sentendo fare il mio nome, faceva entrare entrambi nel suo appartamento e faceva loro visitare l’intera abitazione, senza alcun sospetto.

Dopo aver visitato l’intero appartamento dei miei genitori, i due chiedevano di visitare anche l’appartamento di un’altra parente anziana che vive al piano sottostante.

Nel corso della visita del secondo appartamento, rimasti soli con la signora, i due si informavano sui sistemi di sicurezza installati nell’appartamento e, con la scusa di avere degli operai in casa, mostravano alla signora un fagottino che avrebbe contenuto dei “gioielli”, chiedendo di poterlo lasciare nella sua cassaforte.

Per fortuna la mia parente anziana si è insospettita e non ha aderito alla richiesta.

Sembra che le persone in questione non abbiano sottratto nulla, ma, certamente, approfittandosi di due persone anziane, hanno potuto verificare i sistemi di sicurezza delle loro abitazioni e controllare se vi fosse qualcosa di appetibile da rubare e con quali modalità».

Di fatto, insomma, nessuna truffa è stata portata a termine, ma il campanello d’allarme è forte. È del tutto evidente che nessuno si concede un tour di visita dei sistemi di sicurezza se non particolarmente interessato. Gli amici dei figli si presentino con i figli.

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