Spacciatore per pagare i debiti di gioco del figlio

L’uomo arrestato a Vipiteno con 14 chili di cocaina ha confessato: «Ho agito per disperazione: mio figlio si è rovinato con le slot machine»


di Mario Bertoldi


BOLZANO. E’ diventato trafficante internazionale di droga a 60 anni (dopo una vita di lavoro a capo della propria azienda di autotrasporto) per amore del figlio, letteralmente rovinato dalle slot machine e dalla passione per il gioco d’azzardo. E’ la storia di Mauro Alvise Cauzzo, piccolo imprenditore veneto arrestato l’altro giorno dalla Guardia di Finanza lungo l’autostrada del Brennero nella zona di Vipiteno. Nel camion che stava guidando gli uomini delle Fiamme Gialle hanno scoperto e sequestrato un carico di 14 chili di cocaina. Ieri pomeriggio nel carcere di Bolzano il giudice delle indagini preliminari Walter Pelino ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in cella. La posizione processuale dell’imprenditore di Portogruaro, in provincia di Venezia, è decisamente pesante. Il giudice deciderà nei prossimi giorni se contestargli l’aggravante dell’ingente quantitativo che potrebbe far rischiare all’uomo una condanna tra i dieci ed i quindici anni di reclusione. Tutto dipenderà dalla sostanza di percentuale attiva che le analisi di laboratorio evidenzieranno nei prossimi giorni.

Ieri l’ autotrasportatore è apparso molto provato ed ha raccontato al giudice di aver deciso di accettare la proposta di trasportare in Italia un carico di droga perchè disperato per i debiti contratti dal figlio, da tempo travolto dall’insana passione per le slot machine. Davanti al giudice Pelino, Mauro Alvise Cauzzo ieri si è fatto più volte prendere dalla disperazione. E’ parso consapevole della sua posizione molto grave sotto il profilo processuale ma ha raccontato al giudice di aver agito sotto la spinta della disperazione. Accettando di trasportare droga in Italia si era illuso di poter recuperare parte dei debiti contratti dal figlio. Nella deposizione di ieri, durata pochi minuti, l’uomo non ha chiarito se fosse al corrente di chi fosse la droga e a chi fosse diretta. Spesso chi accetta per disperazione queste commissioni non si rende conto dei rischi che corre e degli interessi economici enormi che si celano dietro chi organizza i traffici internazionali. La cocaina sequestrata l’altro giorno alla barriera di Vipiteno avrebbe fruttato, sul mercato nero degli stupefacenti, fino a tre milioni di euro. E’ probabile che l’autotrasportare finito nella rete degli inquirenti, dopo un viaggio di rientro dalla Germania, abbia accettato l’incarico per 10 o 20 mila euro non rendendosi conto dell’enorme rischio che andava a correre. Ieri l’uomo ha chiesto di essere interrogato nei prossimi giorni dal pubblico ministero di turno. Si tratta del dottor Puccetti che lo sentirà entro sabato.

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