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Spagnolli: «Azioni concrete, no a ronde e telecamere»

BOLZANO. «Rimaniamo in attesa degli esiti del vertice di venerdì». Lo precisa il sindaco Spagnolli. «Cercheremo di fare il punto della situazione. Il problema è che le norme statali in questo momento...



BOLZANO. «Rimaniamo in attesa degli esiti del vertice di venerdì». Lo precisa il sindaco Spagnolli. «Cercheremo di fare il punto della situazione. Il problema è che le norme statali in questo momento non danno possibilità di rendere la vita difficile a chi ruba, però è anche vero che le figure istituzionali quali siamo noi non possono tutte quante in coro limitarsi a dire: abbiamo le mani legate». Spagnolli capisce sia il procuratore capo sia il questore: «È vero, le norme ci sono e sono norme che non aiutano, ma non possiamo neanche permetterci di non dare risposte ai nostri concittadini. Però le risposte non sono le telecamere». Le risposte non sono dei palliativi «buttati lì per far vedere che si fa qualcosa». Le risposte devono essere azioni. «Quindi io auspico che in questo confronto che ci sarà venerdì, ed è l'auspicio mio e dell'intera giunta, vengano fuori dei messaggi positivi, di azione nei confronti della cittadinanza». Cioè i bolzanini «hanno il diritto di sentirsi sicuri e sono le istituzioni che devono dare loro sicurezza».

Che poi si debba agire a livello di norme per modificare quelle attuali è un altro discorso. «Non ci si può però rifugiare dietro al fatto che è il parlamento che legifera e noi dobbiamo fare ciò che decide Roma. No: il parlamento approva le leggi che approva, perché qualcuno gliele scrive e chi gliele scrive sono i funzionari, i dirigenti, i burocrati dei ministeri. E allora io confido veramente che la burocrazia dello Stato che ha sede a Bolzano interagisca con la burocrazia dello Stato che ha sede a Roma per fare le giuste proposte al parlamento».

Con “azioni” il sindaco intende «agire, ossia fare delle cose. Capisco che è difficile, quando poi se tu arresti una persona e poi devi lasciarla libera un minuto dopo... È difficile. Ma bisogna cercare il modo, affinché l'azione di trovare un colpevole o presunto tale sia seguita da un’ulteriore azione che gli faccia venire meno la voglia di essere autore di reati, mentre in questo momento ciò non succede». Su questo punto Bolzano calcherà la mano: «Abbiamo bisogno di uscire con delle soluzioni; anche coinvolgendo i cittadini, ma non organizzando ronde. A cosa servono le ronde? Servono per farsi giustizia da soli? Allora non vanno bene. E se invece servono per far partire, come è successo qualche volta in Lombardia, delle persone armate di buoni sentimenti? Bene, ma se poi ti trovi davanti il delinquente quello vero, prendi un sacco di botte e la ronda non la fai più. Anche dove governava la Lega, le ronde hanno avuto un momento di fulgore e poi sono scomparse. Non sono le ronde la soluzione».(da.pa)

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