Spagnolli si ricandida e spara a zero su Bizzo

Il sindaco: «Roberto dice che la città è stanca. Lui stanco non è, non fa nulla» L’ex assessore pronto alla sfida: raccolta firme per costringere il Pd alle primarie


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Luigi Spagnolli lo ha ufficializzato ieri pomeriggio. Si candida per il terzo mandato come sindaco e spara contro il compagno di partito Roberto Bizzo, che intende sfidarlo alle primarie. «Roberto dice che c’è una certa stanchezza in città. È vero, perché lavoriamo. Lui no, invece, non è stanco. Le statistiche dicono che la sua attività in consiglio provinciale è pari allo zero. Bizzo vuole solo dividere il partito e la città», scandisce Spagnolli, che fa anche il gesto dello «zero» con pollice e indice della mano destra. Nel Pd volano gli stracci. La decisione di Bizzo di proporsi come candidato sindaco, chiedendo al Pd di organizzare le primarie (di partito o coalizione) ha scatenato una reazione a catena che già ieri, primo giorno, ha riproposto il Pd della guerriglia. La prima reazione è che Spagnolli ha ufficializzato la candidatura, data per sicura ma mai annunciata pubblicamente. Dopo il documento per Spagnolli di martedì sera firmato dall’intero gruppo Pd del Comune (tranne Mauro Randi), ieri sono intervenuti contro Bizzo, «30 anni di politica alle spalle», i segretari dei circoli Don Bosco-Europa (Anna Scuttari), Centro-Gries (Alessandro Huber) e il coordinatore cittadino Sergio Bonagura. Fare o no queste primarie? Spagnolli ha chiesto al Pd di essere il candidato unico del partito nelle eventuali primarie di coalizione, cui si dichiara disponibile. «Un candidato unico del Pd» è anche la linea annunciata dalla segretaria Liliana Di Fede, ma la sfida sarà ancora una volta sulle regole. «Deciderà il partito», sottolinea Spagnolli, che ha chiesto con una mail di discutere nella assemblea provinciale la questione delle primarie. «Non si sono letti bene lo statuto», replica Roberto Bizzo, che sta affrontando la questione prendendo un’altra strada, la raccolta firme di cittadini. Ne servono 300, spiega, per garantirgli le primarie. Volente o nolente la assemblea (dove conta al massimo su 16 voti su 41 votanti). Bizzo porta a testimone lo statuto provinciale del Pd. L’articolo 13, «selezione candidature a sindaco», prevede che in caso di ricandidatura del sindaco, candidature alternative possano essere presentate se ricevono il sostegno del 30% della assemblea o di 300 firme. E sempre lo statuto, avverte Bizzo, «prevede che il sindaco con due mandati manifesti nove mesi prima l’intenzione di chiedere la deroga per ricandidarsi». Ricomincia il film dei ricorsi? Fortuna vuole che il tempo stringa: il 7 aprile andranno depositate le liste. Gli alleati avvertono: non intendono farsi trascinare «in una guerra di fazioni del Pd», mettono le mani avanti Verdi e Sel.

Il sì di Spagnolli. Al Pd lo aveva detto da tempo. Lunedì sera in segreteria l’ufficializzazione, ieri l’annuncio ai media. «Sono disponibile a candidarmi», conferma Spagnolli, attaccando Bizzo come mai fino ad ora: «Ha avuto un mandato elettorale, ma si sente esiliato, non gli basta essere vice presidente del consiglio provinciale ed essere membro della Commissione dei 6 e dei 12». Il vicepresidente provinciale Christian Tommasini conferma l’alleanza con Spagnolli: «Gigi lavora bene in una stagione difficile». Duro il consigliere Sandro Repetto: «Quella di Bizzo è una proposta fuori tempo massimo. Forse mira a ottenere qualcosa».

La replica di Bizzo. L’ex assessore rivendica di avere scosso le acque. «Non era pensabile arrivare ad un appuntamento così importante per inerzia, senza alcuna discussione politica su ciò che è stata l’ultima consiliatura». E così Bizzo risponde a Spagnolli sullo «zero» della sua attività: «Invece di fare battute si occupi dei problemi della città». I suoi avversari sostengono che Bizzo stia alzando il prezzo per blindare Mauro Randi e Monica Franch alle comunali. Randi non ci sta: «Chi propone una discussione viene accusato di strappare. E chi impone le decisioni invece cosa fa?».

I segretari di circolo. Due circoli su tre attaccano Bizzo. Così Huber, Scuttari e il coordinatore cittadino Bonagura. Le cariche pubbliche, accusano, «sembrano «taxi da prendere e lasciare». Il lavoro da svolgere, «terreno inesplorato o inesplorabile, visti i resoconti di Roberto Bizzo in veste di consigliere provinciale». Giusto il rinnovamento, scrivono, ma come può proporsi «un candidato di 61 anni, con 30 anni di politica?». Bizzo vuole uno scatto di fantasia. «La fantasia è il metodo. Ma per fare cosa?», gli chiedono. È iniziata la campagna elettorale.

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