Spagnolli: «Stiamo freschi se aspettiamo l’Areale»

Il sindaco sul progetto: «Se ne parla dopo il 2025. La realizzazione è legata al Bbt» Lo sviluppo della città: completare Casanova, Firmian e Druso Ovest


di Paolo Campostrini


BOLZANO. «Se Bolzano, per svilupparsi, aspetta l'Areale, allora è sicuro: muore d'inedia». Messaggio in codice, ma non troppo del sindaco Luigi Spagnolli a tutti quelli che a destra a sinistra e al centro mettono sempre l'Areale come un totem davanti a qualsiasi altra alternativa di sviluppo. O costruttiva. Che pone quel grande (un miliardo) progetto a chiudere tutti gli altri. Pronto a bloccarli («puntiamo sull'Areale, poi sui pru») appena si fanno avanti. Messaggio, ancora più esplicito, rivolto a chi (questa volta da sinistra) ha una lunga tradizione di contestazione nei confronti del Bbt, che si prepara a ostacolarne lo sviluppo e che fa affluire a Bolzano le pattuglie avanzate degli esperti anti galleria. «Senza il tunnel non ci sarà Areale», dice il sindaco, «perché solo dopo averlo completato, Bolzano potrà costruirsi il passante ferroviario che libererà il campo alla nuova curva dei binari». Per poi avviare la riqualificazione. Così il sindaco sui grandi progetti. Spagnolli ne parlerà anche sabato durante il festival del nostro giornale. L’appuntamento è alle ore 11 nella sala di rappresentanza del Comune per il dialogo-intervista tra Spagnolli e il direttore Alberto Faustini. Sono invitati tutti gli interessati, che possono anche inviare domande sui temi più di interesse al nostro indirizzo e-mail bolzano@altoadige.it.

Il tunnel ha una data finale, il 2025, ma l'Areale no.

«Ma l'Areale dovrà aspettare il 2025 perché si inizi a parlare concretamente anche di lei».

Perché?

«Perché a suo tempo hanno deciso, bontà loro, che il tunnel è opera principale e il passante ferroviario che serve alla stazione di Bolzano per deviare i suoi binari, è accessoria. Però...»

Prego...

«La cosa ha una sua logica. Per la ragione che i binari che serviranno dopo, saranno molti di meno di quelli attuali: l'asse con l'Eurotunnel cambierà i flussi di traffico e i treni merci saranno rivoluzionati. E non attraverseranno più la città».

Quindi Bolzano dovrà spingere per il tunnel?

«Lo sta facendo. Almeno nelle sue componenti più costruttive. Ma la speranza è che ora tutto acceleri soprattutto dopo l'incontro, recente, tra Kompatscher e Juncker».

Dunque, calcolando: se dopo il 2025 ci saranno i primi treni sotto il passo.

«L'Areale inizierà a farsi concreta dopo».

Ma ci vorranno, anche dopo il 2030 tanti e tanti soldi.

«Per questo dico: facciamo tutto quello che serve per mettere in pista l'Areale, ma se pensiamo di condizionare ogni altro progetto urbanistico alla sua realizzazione stiamo freschi. Bolzano si bloccherà per vent'anni».

Dunque?

«Andiamo avanti altrove».

Messaggio per chi?

«Per chi non considera questo aspetto, questa stretta relazione anche temporale tra tunnel e Bolzano. E continua a riempirsi la bocca di Areale. Contando di tenere tutto fermo fino al suo arrivo».

Fa i conti senza l'oste.

«Appunto. Ma io conto di insistere per fare sviluppare Bolzano anche fuori dalla stazione dei treni».

Progetti?

«Completamento di Casanova e di Firmian, i prati di Gries e Druso Ovest, interventi sulle scuole, musei e edifici pubblici, altri progetti in corso e in prospettiva. Il tessuto economico non può stare fermo mentre si aspetta l'Areale».













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