bolzano

Sparatoria a Oltrisarco, due fermati

Allarme e paura giovedì sera in via del Parco: si tratterebbe di una lite tra due cittadini di origine slava


di Paolo Tagliente


BOLZANO. In via del Parco, giovedì sera, lo hanno sentito in molti. Un botto secco, simile a quello provocato dall’esplosione di un grosso petardo. E tanti hanno pensato che proprio di un petardo si trattasse, magari esploso da qualche buontempone. Invece quel colpo era lo sparo di una pistola, spuntata all’improvviso durante la lite tra due cittadini stranieri. Uno sparo che solo per un miracolo non ha causato vittime visto che il proiettile ha attraversato la strada ed è andato a sbattere nella parte metallica della finestra di un appartamento in ristrutturazione.

Ma andiamo per ordine. Tutto avuto inizio da una banalissima lite tra due uomini originari dell’est Europa. Una discussione nata da futilissimi motivi all’interno del parco Mignone, che si trova pochi metri dal sottopassaggio dove il brutto episodio ha avuto il suo momento più drammatico. Sembra che quando gli animi hanno iniziato a scaldarsi, infatti, uno dei due abbia proposto all’altro di spostarsi all’interno del sottopassaggio che collega via del Parco a via San Vigilio per dirimere la questione lontano da sguardi indiscreti. Pessima idea.

Una volta nella piccola galleria, infatti, la discussione è degenerata e uno ha sferrato un potente pugno all’altro, spaccandogli il labbro. Quello che è accaduto negli istanti successivi è ancora tutto da chiarire perché i protagonisti dell’episodio, subito identificati e interrogati dalla Polizia, hanno fornito versioni diverse e forse solo i risultati degli accertamenti tecnici condotti dagli specialisti della Scientifica potranno fare chiarezza sulla vicenda. L’uomo ferito al volto, infatti, ha raccontato che subito dopo averlo colpito il suo avversario ha estratto una pistola e, puntatala ad altezza d’uomo, avrebbe esploso un colpo. L’altro contendente, invece, conferma parte del racconto, ma, per quel che riguarda l’arma, nega di averne avuta una e si essersi anche lui spaventato sentendo il boato, che all’interno del sottopassaggio è stato senza dubbio amplificato.

Fino a qui la versione dei due. Assai più concreti e inquietanti gli elementi raccolti dagli investigatori della Squadra Volante e della Squadra Mobile con i colleghi della Scientifica. All’interno del tunnel, infatti, sono state trovate tre gocce di sangue e, per questo, in un primo momento, si temeva che il colpo d’arma da fuoco avesse ferito qualcuno. Il sangue, invece, era caduto dal taglio al labbro di uno dei due uomini. Nessun dubbio, inoltre, che una pistola sia stata usata: sulla base dei pochi elementi in loro possesso, infatti, gli esperti della Scientifica hanno rinvenuto il proiettile nell’erba del piccolo giardino dell’appartamento (in ristrutturazione e vuoto) al piano terra della palazzina che si trova proprio di fronte all’entrata del sottopassaggio.

Era finito lì dopo essere rimbalzato sulla finestra, lasciando un segno visibile sull’alluminio del serramento. Nessuna traccia del bossolo, invece, che potrebbe essere rimasto nel tamburo, qualora l’arma usata fosse un revolver, oppure potrebbe essere stato raccolto proprio da chi ha sparato per non lasciare tracce in giro. Fino a ieri, inoltre, non era stata trovata nemmeno l’arma, ma nuove perquisizioni saranno compiute in queste ore.

“Pulito” anche lo scooter color panna parcheggiato davanti al bar Peter, in via San Vigilio, e di proprietà di uno dei due uomini. Si tratta, insomma, di una vicenda che ha ancora molti lati oscuri, ma comunque resta davvero molto inquietante. Il pensiero che ci sia gente che gira armata (e con il colpo in canna) in città mette i brividi. Così come spaventa considerare a cosa sarebbe potuto succedere se, al momento dello sparo, su via del Parco si fosse trovato a passare qualcuno, una automobilista, una persona in bici o, peggio ancora, un bambino.













Altre notizie

Attualità