Spesi al gioco 480 milioni in 9 mesi

In Alto Adige quasi mille euro a testa tra slot e gratta e vinci. Neonati compresi. Ecco i numeri che si evincono dalle tabelle pubblicate dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato


Davide Pasquali


BOLZANO. Nei primi nove mesi del 2011 gli altoatesini hanno speso 480 milioni di euro in gioco d'azzardo legalizzato. Qualcosa meno di mille euro a testa, neonati compresi. Una cifra inimmaginabile, che si desume dalle tabelle pubblicate dall'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato per conto del Ministero delle finanze. Riguardano la raccolta da gioco nel corso del 2011. Il mese in cui in Alto Adige si è speso meno è gennaio, quello in cui s'è speso di più agosto. In realtà, i dati vengono pubblicati dall'Aams su base regionale, quindi, nel nostro caso, riguardano l'intero Trentino Alto Adige. L'amministrazione, insomma, non fornisce dati disaggregati a livello provinciale, ma non è difficile effettuare una stima attendibile. Intanto, Bolzano e Trento si equivalgono per struttura della popolazione e ricchezza, inoltre, assai simili sono le abitudini di gioco. Lo confermano i gestori di sale giochi, i quali spiegano che, come unica differenza sostanziale, in Trentino il lotto va più forte, mentre in Alto Adige vanno più di moda le macchinette. Ma i due effetti contrapposti più o meno si compenserebbero, quindi la spesa totale sarebbe sostanzialmente da dividere per due. E la spesa totale, da gennaio a fine settembre, assomma a oltre 958 milioni di euro. Diviso due, fa poco meno di 480 milioni. La spesa maggiore va nei cosiddetti apparecchi, ossia slot machine e soprattutto le nuove videolottery, che promettono vincite molto più elevate delle macchinette classiche. Per questa voce, in Alto Adige la spesa è astronomica: 329 milioni di euro. Seguono le lotterie, con 56 milioni e rotti. Al terzo posto ci sono i giochi di abilità a distanza, ossia poker e dintorni giocati via web, per cui gli altoatesini hanno speso 28,75 milioni di euro. Questo senza considerare che la cifra tiene conto dei soli siti nazionali, attivi sotto la supervisione dei monopoli di Stato. Non si considerano i siti esteri, riguardo ai quali non esistono dati attendibili. Proseguendo nella classifica, al quarto posto c'è il classico Lotto, che da gennaio a settembre ha fatto incassare allo Stato la bellezza di 23,8 milioni di euro. Al quinto posto le scommesse sportive, con 14 milioni. Al sesto posto stanno invece i cosiddetti giochi numerici a totalizzatore, criptica espressione burocratica per definire le scommesse di ambito non sportivo: 12,15 milioni. Segue il Bingo, con 8,45 milioni. Fanalino di coda, ma si fa per dire, le scommesse su base ippica, insomma, le corse di cavalli: ultime, ma superano i sei milioni di euro... Totale, oltre 479 milioni di euro. Che chissà, a investirli altrove, quanto servirebbero per aiutare ad uscire dalla crisi economica.













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