Stalking, la studentessa che invita a denunciare

Federica Pizzaia, 24 anni, si è impegnata in un progetto per far conoscere il reato «Sono partita da Egna ma vorrei portare quest’esperienza anche a Bolzano»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Mi sono lanciata in un progetto sullo stalking perchè mi sono accorta che in pochissimi, almeno nella realtà che mi circonda, sanno di cosa si tratta davvero», a parlare, con una disinvoltura da persona adulta, è Federica Pizzaia, studentessa 24enne di giurisprudenza a Trento, diplomatasi nel 2008 al liceo Carducci di Bolzano, ma anche consigliere comunale ad Egna, il suo paese di nascita. E per farlo si è avvalsa della stretta collaborazione di un esperto, Andrea Di Nicola, ricercatore e docente in criminologia, che l'ha assistita passo per passo nei vari step dell’iniziativa.

«In assoluto - spiega la Pizzaia - ho notato che la classica persona della porta accanto si sente impotente e fatica a denunciare. Altri invece non capiscono quanto sia importante tenere i messaggi o comunque le prove che dimostrano come si sono svolti i fatti». Curiosa la premessa della brochure pubblicata, che conferma come Federica - che ha ereditato la passione per la politica dal padre Rodolfo, ex vicesindaco di Egna - sia partita da un punto di vista neutrale o comunque non di tutela solamente delle donne: «Gli stalker non sono solo uomini. Studi recenti hanno dimostrato, infatti, che il 22% è costituito da donne. Quasi sempre, invece, autore e vittima si conoscono. Nell'85% dei casi si tratta di rapporti tra ex partner o comunque conoscenti».

Federica ha spiegato assieme al criminologo, ad una platea incuriosita, le diverse tipologie di stalker esistenti. «C'è quello “respinto o rifiutato”, motivato dall'obiettivo di riavere la vittima e che basa le sue azioni sul concetto per cui "se non posso averti io, nessun altro può". C'è poi quello “rancoroso“: si tratta di un soggetto che ritiene di aver subito un torto in ambito professionale e che per questo tartassa il suo superiore. La terza tipologia è quella del “predatore“, mosso da istinti sessuali e che cambia con frequenza la propria vittima, che viene pedinata e perseguitata. Tendenzialmente non arriva ad usare violenza». Il quarto, poi, è quello "bisognoso di affetto": «L'autore è convinto che la vittima sia la sua anima gemella e si sente autorizzato ad insistere proprio sulla base di questa convinzione». Il quinto è il “corteggiatore incompetente”. «Lo stalking si concretizza con comportamenti inopportuni e invadenti dovuti al fatto che il soggetto non conosce le giuste modalità per relazionarsi all'altro. Per questo tende a cambiare spesso l'oggetto del suo interesse». A Egna, dove ha tenuto la serata informativa, Federica ha ottenuto un successone. «Mi sono impegnata per far sì che le vittime di questo odioso reato abbiano maggiore consapevolezza e imparino a denunciare».

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