Stangata da 650 mila euro per il Comune

Nel 2003 la convenzione non è stata perfezionata, ora chi ha fatto le opere di urbanizzazione ha presentato il conto


di Bruno Canali


LAIVES. Fra le cose ereditate dalle amministrazioni comunali precedenti, una in particolare potrebbe mettere in grossa difficoltà quella attuale. Stiamo parlando delle opere di urbanizzazione realizzate a suo tempo al "Garden Village" di San Giacomo, dove un tempo si trovava il magazzino "Espen". Si tratta di una zona urbanisticamente classificata "di completamento" dove, in sintesi, chi ha edificato, per legge, aveva anche l'onere di realizzare le infrastrutture per poi passarle gratuitamente al Comune di Laives, previo stipula di una convenzione specifica col Comune. Giovedì 27 novembre però, la giunta comunale ha adottato una delibera intitolata: "Ricorso Garden Village s.r.l. Comune di Laives innanzi al Tar”.

Si è così "scoperto" che la società Garden Village (rappresentante legale Franco Dallago) chiede al Comune di Laives 650 mila euro più interessi e rivalutazione per gli oneri di urbanizzazione al Garden Village versati in eccesso.

La questione risale al 2003, ma adesso, a quanto pare, si è alla stretta finale. L'altro giorno, nella riunione di maggioranza a Laives, se ne è parlato e sarebbero anche volate parole grosse. A quanto si è capito infatti, sembrerebbe che proprio gli amministratori comunali dell'epoca, si siano "dimenticati" di perfezionare la convenzione con la società Garden Village per le infrastrutture, come prevede la legge urbanistica provinciale e questo abbia aperto la porta al privato per la richiesta del grosso indennizzo. La legge provinciale infatti prevede che, prima del rilascio di una concessione edilizia per "zone di completamento con piano di attuazione", il Comune debba stipulare con il privato una convenzione nella quale quest'ultimo si impegna a realizzare le opere di urbanizzazione a proprie spese, cedendole poi gratuitamente al Comune. Chi ha edificato il Garden Village lo ha fatto, pagando le spese o quantomeno parte di queste, accorgendosi però che mancava la convenzione apposita. Da qui la richiesta (con atto di citazione) dei 650mila euro.

«È una cosa inaudita - ha immediatamente dichiarato Paolo Castelli, consigliere del Movimento 5 stelle che ha visto la delibera della giunta -: se solo pagheranno un euro io porterò la documentazione immediatamente alla Corte dei conti. Se c'è da pagare, lo deve fare chi ha sbagliato e non i cittadini». Sul piede di guerra anche gli altri esponenti dell'opposizione, con Christian Bianchi che preannuncia un ordine del giorno per avere tutte le spiegazioni su questa vicenda e semmai dovessero emergere responsabilità, chiederà le dimissioni di sindaco e giunta.

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