Statuto, la Svp verso la resa dei conti

Kompatscher non ferma il disegno di legge, come chiesto dalla Convenzione. Castel Firmiano, polemiche su Trento


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Svp si prepara allo scontro interno sulla riforma dello Statuto. Il presidente Arno Kompatscher non ha intenzione di fermare il disegno di legge costituzionale dei senatori del Gruppo per le Autonomie: il testo elenca una nuova serie di competenze da affidare alla Provincia e blinda i poteri provinciali, trasformando in competenza primaria una serie di competenze concorrenti. Il parere del consiglio provinciale sul disegno di legge è previsto nella seduta della settimana prossima. La Convenzione per l’autonomia ha sospeso i lavori venerdì scorso per chiedere un chiarimento a giunta e consiglio provinciale su questo argomento. Tra i leader della protesta c’è l’ex presidente Luis Durnwalder, che sostiene «sospendano il disegno di legge oppure non intendo proseguire: perché dobbiamo lavorare tutti i fine settimana su una proposta di modifica dello Statuto, se intanto mandano avanti una legge?». Kompatscher ieri ha replicato: «Sono stupito dello stupore. Nessuno può dire che lavoriamo nell’ombra: il disegno di legge costituzionale è noto a tutti i consiglieri provinciali e ne ho parlato io stesso due volte ai componenti della Convenzione». Qual è il senso del doppio binario, contestato da molti componenti della Convenzione? «I disegni di legge e le norme di attuazione non si possono fermare. È la nostra linea dal 1972: cogliere ogni occasione per potenziare l’autonomia. La Convenzione ha invece il ruolo di un ragionamento più largo e più a lunga scadenza su come l’autonomia deve adeguarsi ai cambiamenti, come deve rapportarsi con l’Europa, con il Trentino e il Tirolo, il ruolo della Regione». Non vanno fermate, anticipa Kompatscher, legge e norma di attuazione sulla toponomastica: «La nostra legge è impugnata. Lo Stato ha sempre interpretato l’obbligo di bilinguismo come obbligo di binomismo».

CRITICHE A CASTEL FIRMIANO. L’autonomia speciale di Bolzano rimette al centro il legame con Vienna, per meglio proteggersi dalla spinta centralista dello Stato. Così è sembrata a diversi osservatori la Giornata dell’autonomia, che lunedì ha celebrato a Castel Firmiano i 70 anni dell’Accordo di Parigi con i ministri degli Esteri d’Italia Paolo Gentiloni e di Austria Sebastian Kurz. Molto sottolineata da Kompatscher la funzione protettrice di Vienna in vista della riforma costituzionale. Nel suo discorso il presidente ha usato assai più la lingua tedesca rispetto all’italiano, nonostante la presenza del ministro Gentiloni. Una questione di etichetta, non di possibilità di comprensione: era presente il servizio di traduzione simultanea. Sottolinea questi aspetti l’ex assessore Romano Viola: «Il mio giudizio sulla giornata è positivo e trovo intelligente avere invitato per il convegno della mattina sull’Accordo di Parigi quattro storici che hanno offerto quattro tesi ragionate e diverse. È vero però che ho sentito qualche mancanza... Sia nel convegno che nella parte con i ministri sarebbe stato interessante ascoltare voci trentine. Negli anni è molto cambiato l’approccio dei trentini all’autonomia e la testimonianza di uno storico avrebbe arricchito la discussione. Allo stesso modo, è mancata la voce delle istituzioni trentine». Il presidente Ugo Rossi era in sala, ma non ha parlato.

Prosegue Viola. «Mi ha colpito anche che non abbia parlato il vicepresidente di lingua italiana della giunta, accanto al presidente. Sarà stato forse per problemi di tempo...». Kompatscher dà un giudizio positivo della giornata: «Non è stato un momento di autocelebrazione, ma ha rappresentato invece l’opportunità di guardare al nostro passato per prepararci al meglio per il nostro futuro». Il vicepresidente Tommasini non ha trovato note stonate: «È stato importante il discorso di Gentiloni, con la sua accorata difesa di una Europa senza barriere interne».

LO SCONTRO SULLA RIFORMA. A Castel Firmiano molto si è parlato di riforma costituzionale e sue ripercussioni sull’autonomia, tema-chiave nelle trattative con Roma. Nella Svp il tema è rovente. L’ex senatore Oskar Peterlini si fa sentire con un attacco diretto a Kompatscher: «La commemorazione di settanta anni dell’Accordo di Parigi era una cornice estremamente inopportuna per fare propaganda per la riforma costituzionale, che porta a un accentramento dello Stato e sulla quale dovrà decidere il corpo elettorale. L'evento sulla commemorazione dei settanta anni del Trattato di Parigi era di grande valore storico e ha messo in luce i punti deboli e quelli di forza di quest’accordo basilare per l’autonomia. Tanto più deplorevole è stato il fatto, che sia il ministro degli esteri Gentiloni che il presidente Kompatscher abbiano sfruttato questa occasione per propagandare apertamente la riforma costituzionale come una opportunità per l’autonomia dell'Alto Adige». La riforma, accusa Peterlini, «depotenzia le Regioni, trasferisce oltre venti delle loro competenze allo Stato e centralizza il potere a Roma. Anche l'autonomia dell’Alto Adige sarà pressata in un corsetto più stretto». Kompatscher ricorda che la Svp deciderà nei propri organismi la linea sul referendum. A titolo personale, Kompatscher ribadisce «l’importanza della clausola di salvaguardia, che di fatto ci garantisce un potere di veto su modifiche non concordate del nostro Statuto».

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